«Siamo vent'anni in ritardo - attacca il deputato del Movimento 5 Stelle, Paolo Parentela - abbiamo speso più di un miliardo di euro per non risolvere il problema». Puntuale come l'inizio e il termine della stagione estiva arriva il dibattito sulla maladepurazione in Calabria. Una riflessione che sconta però sempre un ritardo, alla stregua del noto paradosso di Achille e la tartaruga: difficile da colmare, impossibile da raggiungere in tempo da consentire una reale valorizzazione di coste e litorali. «Abbiamo ancora 189 agglomerati depurativi che sono sotto procedura d'infrazione da parte della Corte di Giustizia europea - incalza ancora il parlamentare -. Quindi oltre a pagare le multe salatissime pagheremo anche in termini di salute e di ambiente».

 

Parlamentari ed europarlamentari del Movimento 5 Stelle si sono ritrovati ieri a Copanello per discutere dell'annoso problema cercando di offire una prospettiva per il superamento: «Lo step successivo - ha argomentato l'europarlamentare Laura Ferrara - è cercare di avere una mappatura di tutte le reti fognarie e di abitazioni non collettate e avvalersi di nuove tecnologie che non equivale a parlare di fantascienza ma significa semplicemente guardare al presente».

 

Un momento di confronto con due convitati di pietra: la maladepurazione e la deputata del Movimento 5 Stelle, Dalila Nesci, che dopo la delusione per il mancato riconoscimento nelle postazioni di sottogoverno ha dato forfait all'evento calabrese. La parlamentare che nutre aspirazioni ad una candidatura alle prossime elezioni regionali dovrà fare prima i conti però con i suoi colleghi di Movimento: «Purtroppo ci sono degli ostacoli perchè il nostro regolamento non consente di candidarsi mentre si sta svolgendo un mandato. Sono sicuro che nella società civile potremmo avere moltissime sorprese perchè molte sono state le persone che in questi anni hanno lavorato con il Movimento 5 Stelle in Calabria», ha spiegato Parentela.

 

Luana Costa