Attività non autorizzate sono state eseguite in località Tono e a Capo Vaticano. I controlli portati avanti dai carabinieri
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Un’operatrice turistica, già nota alle forze dell’ordine, D. M. N., 47 anni, originaria di Drapia, è stata denunciata dai carabinieri della Stazione di Spilinga per deturpamento di bellezze naturali al seguito di alcuni interventi eseguiti in assenza di concessioni e senza autorizzazione. In seguito ad un controllo effettuato dai militari nel territorio di Ricadi, la donna è stata infatti sorpresa ad effettuare lavori edili in località Tono in una struttura ricettiva di sua proprietà nella frazione di San Nicolò. In particolare, attraverso l’uso di un mezzo meccanico, i carabinieri hanno notato la realizzazione di una barriera protettiva frangiflutti e la collocazione di grossi massi in pietra fissati con relativa colata di calcestruzzo su un’area demaniale marittima sottoposta a vincoli paesaggistico ambientali. Lavori effettuati senza autorizzazione ed eseguiti su un superficie di circa 300 metri quadrati che, al termine di tutti gli accertamenti, è stata posta sotto sequestro.
Nelle scorse settimane nella zona di Ricadi si era registrato un caso simile e ad essere denunciato a piede libero per gli stessi reati era stato un operatore turistico già noto alle forze dell’ordine, V. C., 70 anni, di Santa Domenica di Ricadi, sorpreso ad effettuare lavori edili per la creazione di un passaggio pedonale per l’accesso alla spiaggia e la collocazione di grossi massi di pietra su area demaniale nei pressi della propria struttura ricettiva. Nella circostanza, i carabinieri di Spilinga hanno provveduto a sequestrare un’area di circa 600 metri quadrati. Sempre a tutela dell’ambiente, gli stessi militari dell’Arma hanno denunciato altri tre imprenditori turistici. Il primo, residente a Ricadi, è stato sorpreso a incendiare rifiuti non pericolosi in un’area antistante la propria struttura ricettiva a San Nicolò; il secondo di Santa Domenica di Ricadi per un impianto fognario del tutto abusivo all’interno della propria abitazione estiva e per sversamento di liquami direttamente nel sistema fognario delle acque bianche comunali; il terzo di Ricadi per aver realizzato in un appezzamento di terreno in disuso e non di sua proprietà un pozzo artesiano senza alcuna autorizzazione.