È insoddisfatto e deluso il comitato civico ambientalista di Siderno dopo aver ricevuto la decisioni del Tar Calabria che ha deciso di non unificare i due diversi ricorsi presentati a Catanzaro. Il primo, quello di una famiglia di residenti nella contrada San Leo, sulla quale insiste l'impianto rifiuti, e quello dei comitati ambientalisti e dell'allora Commissione straordinaria di Siderno, che è stato invece respinto.

«La sentenza con cui il Tar di Catanzaro si è pronunciato sulla questione riguardante l’ampliamento del TMB costituisce l’ennesima ferita, forse irreparabile, inferta ad un territorio e ad una popolazione già martoriata da anni di vessazioni di ogni tipo». Non usano mezzi termini i membri del comitato "Siderno ha già dato", per nulla soddisfatti dell'esito con cui il tribunale amministrativo regionale ha dato via libera alla Regione sul progetto di "revamping" della struttura di contrada San Leo. La costituzione in giudizio del comitato sidernese è stata considerata, infatti, inammissibile, perché non rappresenta gli interessi del territorio, essendo formalmente nata a ottobre 2021 (il comitato esiste da anni ed ha come associate diverse vetuste associazioni fra le quali la Proloco).

«Quasi ce lo spettavamo - tuonano gli attivisti sidernesi - considerato l’atteggiamento arrogante ed irriguardoso di tutti gli enti che si sono costituiti. I giudici non hanno neanche letto la copiosa documentazione tecnica allegata ai ricorsi, ammessa in sede di discussione dinanzi al Tar come prova dello stato dei luoghi, perché non contestata dalle controparti e considerata, invece, come insufficiente per dimostrare la pericolosità dell’opera, ricadente nell’alveo del Novito».

Al di là di ogni considerazione sul merito del ricorso il pensiero del comitato va al territorio ed alle generazioni future «che vedono fortemente compromesse le prospettive di sviluppo della Locride. Il futuro è stato sacrificato sull’altare di un presunto benessere, effimero e limitato nel tempo. Si consideri che gli impianti TMB alla luce delle linee guida, ispirate alle direttive europee, per lo smaltimento di rifiuti, sono già oggi dei dinosauri». Alla luce delle considerazioni gli attivisti sperano «che l’attuale Amministrazione faccia uno scatto in avanti e contrasti, in ogni sede, il progetto così penalizzante per il territorio».