È quanto emerge da "Mare Monstrum 2020". Sotto la lente di ingrandimento colate di cemento che inghiottono metri di sabbia, cattiva o assente depurazione e pesca illegale
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Colate di cemento e costruzioni che avanzano inghiottendo metri di sabbia, cattiva o addirittura assente depurazione delle acque, pesca di frodo incontrollata: i nemici del mare e delle coste italiane hanno sempre gli stessi nomi. E la loro sconfitta sembrerebbe lontana, basti pensare che nel 2019 sono stati 23.623 i reati contestati, con un incremento del 15,6% rispetto al 2018. 22.564 le persone denunciate o arrestate e 6.486 i sequestri effettuati (con un incremento dell’11,2%), per un valore economico che ammonta a circa 520 milioni di euro.
È quanto emerge dal dossier Mare Monstrum 2020, redatto dall’Osservatorio nazionale Ambiente e legalità di Legambiente. Le peggiori in Italia sono Campania, Puglia, Sicilia e Calabria: è qui che si è concentrata oltre la metà delle infrazioni contestate (il 52,3%).
«Abbiamo assistito a come la natura, senza la nostra invadente presenza, in molti casi si sia ripresa i suoi spazi» si legge nel report. «Con la pandemia da Covid-19 e il lungo periodo di lockdown abbiamo avuto la chiara dimostrazione di quanto incida negativamente la pressione antropica sull’ecosistema e, ancor più, di quanto sia devastante l’impatto delle attività illecite. In assenza di scarichi industriali, i fiumi si sono rapidamente ripuliti, salvo poi, pochi giorni dopo la ripartenza, tornare a subire l’avvelenamento da parte degli ecocriminali».
La situazione in Calabria
Per quanto riguarda nello specifico la Calabria, il dati contenuti nel rapporto di Legambiente riferiscono di 2.226 infrazioni accertate ossia il 9,4% sul totale; 2.298 sono invece le persone denunciate o arrestate e 842 i sequestri effettuati.
Non mancano gli esempi riferiti al 2019. Per quanto riguarda il fenomeno dell’abusivismo edilizio, nel report si legge: «In Calabria, sulla Costa degli dei, ad aprile, la Guardia costiera ha denunciato alla Procura di Vibo Valentia un gestore che stava realizzando lavori di livellamento e terrazzamento a ridosso dell’arenile, mentre a fine maggio, i carabinieri forestale di Rossano, nel cosentino, hanno sequestrato uno stabilimento balneare di 700 metri quadrati, realizzato addirittura in un’area diversa da quella autorizzata. L’estate scorsa, a Cutro, in provincia di Crotone, le ruspe avevano demolito tre manufatti illegali di circa 450 metri quadrati realizzati sul demanio e destinati a stabilimento balneare».
Per quanto riguarda poi la pesca illegale, la Calabria spicca per sequestri di novellame con quasi 3 tonnellate. Ed è al secondo posto, dopo la Sicilia, per quanto riguarda le criticità relative alla depurazione delle acque: 57 Comuni non ne sono affatto forniti.