Il professore sta lavorando in stretta collaborazione con la Regione per risalire alle cause dell'inquinamento delle acque: «La depurazione rappresenta solo il 45% del problema»
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«Insieme alla Regione e ad alcune procure abbiamo fatto tutta una serie di operazioni di ricerca pura e da queste centinaia e centinaia di campionamenti, sia a mare che a terra, è risultato ormai chiaro che la depurazione, inteso come sistema di impianti di depurazione, riguarda soltanto tra il 40 e il 45%, massimo il 48%, del problema». Lo dice all'Agi il professore Silvio Greco, biologo marino, dirigente della stazione zoologica Anton Dohrn, che sta lavorando in stretta collaborazione con la Regione Calabria per svelare le cause dell'inquinamento che interessa i mari calabresi proprio mentre il turismo manda segnali di forte ripresa.
«Abbiamo trovato una marea di scarichi illegali, di attività di vario tipo: di singole aziende, di singoli opifici, di gruppi di case non collettate. C'è, mettiamola così, una disattenzione e tutto ciò che stiamo trovando va in questa direzione - aggiunge Greco - e noi possiamo anche fare i miracoli sui depuratori, come abbiamo fatto, perché sono stati svuotati, non ci sono più fanghi, abbiamo sostituito le pompe di sollevamento e si sta dando una mano alla gestione attraverso il Corap, però se poi il sabato sera qualcuno pensa di scaricare, poi uno trova la chiazza, la macchia, e la gente è giustamente arrabbiata».
Il problema partirebbe anche dalle aree interne. «Abbiamo fatto - continua Greco - tutta una serie di campionamenti, che dimostrano che in parecchie aree ci sono punti con una contaminazione importante, non compatibile con il sistema industriale inesistente della nostra regione - ha detto ancora Silvio Greco - ed è chiaro che ci sono, probabilmente, come accertato anche da qualche inchiesta della magistratura, sversamenti illegali di sostanze di vario genere». In tutto questo, il nostro mare, però, resiste. «Il mare, per fortuna, - conclude Greco - e questo è un dato degli ultimi esami che abbiamo fatto, sta benissimo: la buona notizia è che, per il grande potere di resilienza che ha il mare, da un punto di vista di microbiologia, lo abbiamo trovato in ottimo stato».