L’incontro promosso dal Movimento Cinque Stelle insieme al comitato per il Bene Comune di Sant’Eufemia, è partito dalla discarica di Bagni, chiusa da quasi trenta anni ma mai bonificata, per poi allargare il quadro agli altri siti inquinati della città della Piana
Tutti gli articoli di Ambiente
PHOTO
Una discarica chiusa dagli anni Novanta e mai bonificata nonostante report di ogni genere affermassero come continuasse a secernere veleni.
Ora a pochi giorni dalla delibera di un finanziamento di quasi dieci milioni di euro per risanare l’area, i pentastellati, insieme al comitato per il Bene Comune di Sant’Eufemia, hanno organizzato un focus sull’argomento, partendo dal sito di Bagni per parlare anche dei tanti casi di inquinamento ambientale nel territorio di Lamezia.
Archiviate dalla Procura le denunce dei Cinque Stelle in merito alla pericolosità del sito, per il parlamentare Giuseppe D’Ippolito rimangono i dati certi dell’Arpacal e dell’Asp di Catanzaro come cartina di tornasole di una situazione su cui intervenire con tempestività ed emergenza e soltanto ora sembra avere trovato una prima via di fuga.
«Siamo stati sempre tacciati di fare allarmismo – ha sottolineato il deputato - ma abbiamo utilizzato in primis i dati ufficiali Arpacal, che spiegavano come, a distanza di dieci anni dalla chiusura, la discarica fosse ancora biologicamente attiva e quindi inquinante e poi quelli dell’Asp di Catanzaro, acquisiti anche dal ministero, che in base alle patologie di ricovero hanno accertato una maggiore incisività di forme di neoplasie, malformazioni neonatali e infezioni alle vie respiratorie».
«Il recupero e la bonifica di queste aree costituisce un presupposto imprescindibile anche della normativa penale che regola e tutela l’ambiente» ha detto il Procuratore di Lamezia Terme Salvatore Curcio ricordando come ora come le carte relative all’inquinamento ambientale emerso durante l’ultimo blitz a Scordovillo siano ora nelle mani della Dda.