L’anno che verrà potrebbe segnare una svolta per il sistema della depurazione in Calabria. Dopo una lunga e travagliata gestazione, infatti, il 2018 ha registrato la costituzione dell’Autorità Idrica, subentrante ai precedenti ambiti territoriali ottimali delle cinque province, con funzioni direttive sull’intero servizio idrico integrato. Al nuovo organismo spetterà il compito di sovrintendere l’intero processo di trattamento delle acque, depurazione compresa.

 

Verso l'efficientamento degli impianti

Assumerà quindi il controllo degli oltre 650 impianti di filtraggio delle acque reflue, sia di proprietà comunale che consortile, presenti sul territorio. L’innovativo sistema, già attivo nelle altre regioni italiane, grazie ad una gestione unitaria e su più vasta scala, dovrebbe consentire un efficientamento degli impianti ed un più incisivo controllo rispetto al loro corretto funzionamento. La partita della depurazione non è secondaria per la Calabria. L’incubo del mare sporco agita da anni le notti degli operatori turistici calabresi, mentre le indagini della magistratura, come Cloaca Maxima della Procura di Cosenza, con annesso sequestro dell’impianto di Coda di Volpe a Rende, hanno più volte evidenziato le falle di una filiera che, è il caso di dirlo, fa acqua da tutte le parti.

 

Guasti all'ordine del giorno

Nonostante il fiume di denaro investito, ogni giorno bisogna fare i conti con carenze strutturali, pompe di sollevamento malfunzionanti, omessi controlli e comportamenti irresponsabili di chi non si fa scrupolo di scaricare nell’ambiente fanghi e liquami non sottoposti a trattamento. La costituzione dell’Autorità Idrica Calabrese è solo il primo mattone di una strada lunga e piena di ostacoli. L’entrata a regime del nuovo sistema non si intravede ancora all’orizzonte: al momento, l’unico atto concreto compiuto dall’Autorità Idrica, è stata l’elezione dell’assemblea, composta da 40 sindaci, tra i quali quelli delle città capoluogo di provincia, membri di diritto. Adesso è necessario avviare la fase operativa, con la nomina del direttore generale, chiamato a rappresentare legalmente l’organismo, ma anche a provvedere alla sua organizzazione e al suo funzionamento.

 

Soggetto gestore, Sorical in pole

Il passo successivo sarà poi quello di individuare il soggetto gestore. L’ipotesi più accreditata è quella di affidarsi alla Sorical, già concessionaria delle reti idriche. Diversamente il servizio potrebbe essere assegnato ai privati con una gara d’appalto. Il 2019 potrebbe essere l’anno giusto per completare il percorso, abbandonare le chiacchiere, i proclami e le promesse che in passato hanno riempito le pagine dei giornali mentre i turisti nuotavano nella sporcizia, ed aprire una nuova fase nella gestione della depurazione, rispettosa delle leggi e dell’ambiente.