La più generosa estate crotonese a memoria di nipotini di Pitagora. 26 eventi tra luglio e agosto. Tra santi, madonne, giochi a mare, spettacoli griffati e altri pop. Chissà se il sindaco Voce, siamo tra fine giugno e inizio luglio dello scorso anno, ha mai trovato "voce" per confessare almeno a se stesso che la "summer crotonese" s'è forse portata appresso un pezzettino del cane a sei zampe di Eni. Ben 17 milioni di euro bonificati per non meglio precisate "attività". Un piccolo risarcimento che sarà mai, del resto. Poi il Comune ci fa quel che vuole anche perché l'estate è nobile a Crotone. Del resto Eni sa bene perché conta dalle parti di Crotone più rimorsi che zampe al cane iconografico. Una immensità di veleni spalmati negli anni che nel 2012, fonte commissione del Senato, gli costano 1,7 miliardi per la bonifica in sicurezza. Costo che dopo 13 anni, al netto delle materie prime lievitate fuori controllo, non può che stazionare attorno ai 2,3 miliardi di euro. Come fosse una piccola manovra aggiuntiva a quella del bilancio del governo.

Più di 2 miliardi che Eni dovrebbe sborsare per bonificare (non a Crotone, evidentemente) l'immensità di veleni prodotti negli anni attorno alla città che oggi Pitagora dimenticherebbe con piacere nei suoi "teoremi". Miliardi di euro che, con ogni e stratificata evidenza, il cane a sei zampe di Eni fa di tutto per non tirare fuori. Anche al limite di cambiare le regole del gioco post mortem, come del resto si usa fare negli ultimi tempi.

In principio fecit Paur. La "bibbia" del trattamento di rifiuti ordinari e speciali. È il 2 agosto del 2019, al decimo piano della Cittadella c'è Mario Oliverio con Reillo dirigente di settore. I nomi dei "responsabili" li chiede esplicitamente la commissione nazionale sulle Ecomafie che in una esilarante seduta di qualche settimana fa criminalizza il Paur di Calabria al grido "fuori i nomi di chi è stato". C'è un solo deputato calabrese in commissione, è Nicola Irto. Non sono agli archivi interventi a tal riguardo. La commissione, guidata dal leghista Jacopo Morrone, si aggiorna e si dà prossimo appuntamento reiterando il concetto: trovate nomi e delibere e forme "di chi è stato".

Vade retro Paur. Che nel 2019 consulta Ispra, Isin e Iss e "sentenzia". I rifiuti di Eni sono speciali e da "speciali" occorre trattarli. Quindi fuori dal sito di Crotone (non attrezzato sul punto) e con destinazione sicura e costi tutti a carico di chi ha "sporcato". Adoperando una divisione netta tra i codici dei rifiuti ordinari e che possono arrivare a Crotone da tutto il Paese da quelli speciali e tecnicamente radioattivi che lascia sul campo Eni. Che infatti deve portarli altrove.

La commissione presieduta dalla Lega evidentemente tiene assai a cuore le sorti di Eni. E i suoi risparmi. E punta il dito contro il Paur della Regione targata 2019 perché di fatto costringe il cane a sei zampe a sborsare più di 2 miliardi di euro quando invece bonificando i veleni nel sito attuale di Crotone se la caverebbe con poco meno di 300 milioni di euro. Risparmiando più o meno 2 miliardi di euro. Con questo leitmotiv sullo sfondo. Siccome il sito di Crotone è autorizzato e attivo per lo smaltimento di rifiuti provenienti da ogni dove ci mettiamo anche la bonifica dei veleni Eni dietro l'angolo e si fa partita unica. Il generale Errigo arriva non a caso e non per caso. È a capo della bonifica come commissario ed emette una ordinanza considerata per lui non trattabile e operativa da lunedì 14. Nel catino di Vrenna, con i crotonesi a guardare dai balconi con un modesto cannocchiale, l'inizio della bonifica dei veleni del cane a sei zampe.

Quando Roberto Occhiuto si accorge della trappola è forse davvero troppo tardi. O in ogni caso con precedenti e non banali distrazioni in materia. Diffida Errigo non prima d'aver trascinato al Tar il decreto del direttore generale del ministero del 2 agosto del 2024 con cui si impone alla Regione di modificare proprio il Paur.

Occhiuto intuisce che si sporca le mani di veleni e si appella al Tar, l'iter è nelle more. Ma non si arriva per caso al "colpo di mano" del ministero e, soprattutto, non ci si arriva gratis. È il marzo del 2024 quando in consiglio regionale si modifica il piano rifiuti del 2016 introducendo le discariche di scopo. Fatto il piano, ecco le deroghe. È qui che si infila il governo con il cane a sei zampe di Eni anche perché in un primo momento la Cittadella è d'accordo a smantellare l'ontologia del Paur.

Lo ricorda a Siviglia e Occhiuto il viceministro (leghista) Gava. «Nella conferenza dei servizi del febbraio 2024 la Regione era d’accordo».

Altri tempi, verrebbe da dire. Fatta l'estate (e incassati i 17 milioni da Eni) Voce cambia "voce" e si mette di traverso. E con lui, se non prima, Occhiuto. Che ancora con Voce immagina di fare due passi sul lungomare di Crotone. Della serie, avveleniamo i pozzi e poi con le cartelle cliniche in mano (10% in più di incidenza tumorale a Crotone con rifiuti ordinari, figurarsi quelli speciali) andiamo a chiedere voti?

Lunedì della settimana di Pasqua di Resurrezione Errigo ha in mente di accendere il "velenificio". «Non arretro di un millimetro perchè ho con me lo Stato». E se fosse proprio questo il problema?