Pamela Bruno, nata in Lombardia da genitori calabresi, è l’energica e brillantissima voce di LaC Radio Cafè: un sorriso biondo, che illumina tutti i sabati pomeriggio di LaC. La Bruno, voce e volto noto dell’etere e delle frequenze regionali, è universalmente considerata un concentrato di energia e smalto. Atipica e unica, è protagonista di una conduzione che la distingue da tutti gli altri. 

Sognando Milano

Tornata bambina a Serra San Bruno, città d’origine della sua famiglia, mantiene tuttavia l’imprinting originario: una piccola nordica rimasta tale nell’inflessione e nei modi, con i genitori sempre a Milano per lavoro, ed una infanzia trascorsa a Serra tra zie, coccole e giocattoli.Mamma e papà erano spesso lontani, e quando tornavano mi riempivano di giocattoli. Ho avuto, credo, i giocattoli “milanesi” più belli del paese. Era il loro modo per farsi perdonare la lontananza», dirà a tale proposito. La famiglia ne ha coltivato entusiasmo e ambizioni, ed incentivato studi e passioni. L’entourage protettivo ha fatto di una bambina talentuosa la professionista che oggi, dopo una carriera ventennale nel mondo delle radio e delle televisioni regionali, illumina col suo brio e il suo savoir faire le frequenze del Network LaC.

Identità linguistiche

«La mia voce è la mia identità. Linguistica e familiare. Sin da bambina mi sono resa conto del potere che avevano le parole. Mio padre pretendeva da noi la massima attenzione, il massimo rispetto dell’italiano: in casa e fuori casa. Guai a parlare in dialetto. E questo rigore mi è rimasto. Mi accompagna da sempre. Le sue parole mi hanno spinto a salvaguardare la mia capacità espressiva, e a valorizzare il dono che mi accorgo di possedere sin dai primi anni di vita: il saper esprimermi».

Parlare per gli altri

«Considero il mio modo di parlare un tesoro da mantenere: coltivavo la mia voce, il mio italiano per far felice i miei genitori, che ci tenevano tanto, quando tornava a Serra. Loro erano rimasti in Lombardia per lavoro». Sin da bambina sentivo di avere una bella capacità espressiva… I miei compagni mi ripetevano sempre “Parla, Pamela, parla.. dai, parla ancora! Facci sentire la tua voce…”. Mi sono resa conto ben presto di possedere un dono, ed ho capito di voler parlare in pubblico già in 4° elementare. Il giorno cioè che sono riuscita a partecipare ed a vincere un concorso di poesia, spinta da una maestra che credeva molto in me. Ricordo l’emozione del primo palco, il non voler più scendere, gli occhi di tutti su d me, l’emozione della coppa ricevuta…»

La prima radio

«Un ricordo indelebile, che tuttavia, fino alle superiori, sarebbe rimasto solo un episodio isolato. Non feci più niente, finché un giorno, da ragazzina, seppi che la radio del paese cercava speaker. Iniziò così la mia carriera professionale. Come da bambina, a maggior ragione anche da ragazzina ero irrequieta, ambiziosa: volevo vedere il mondo, fare cose diverse. Iniziai a girare per l’Italia sin dalle superiori, che frequentai tra Napoli e Cosenza, ed infine ad Asti, dove mi fermai per frequentare l’istituto d’Arte. Ero sempre stata creativa: avevo bisogno di esprimermi. Dopo il diploma mi iscrissi a Scienze Naturali. Il mondo animale era un’altra dalle mie passioni, tra l’altro sono una vegetariana convinta, ed il pensiero di poter dedicare la mia vita al loro studio, ed alla loro tutela mi avevano avvicinato a quel corso di studi. Non sapevo ancora che la vita avrebbe deciso diversamente. Di li a poco, diventai mamma, e lasciai temporaneamente l’università. In realtà, la scelta sarebbe stata transitoria: ho sempre studiato, sin da bambina, facendo della preparazione e dell’impegno un tratto distintivo della mia vita. E per questo, dopo qualche anno, mi re-iscrissi all’università, questa volta ramo economico-giuridico, laureandomi in organizzazione e gestione d’impresa».

L'incontro con il network

«Nel frattempo, intorno ai 20 anni, tornata in Calabria, avevo ripreso a fare radio. Anche nella nostra regione iniziavano a farsi strada le prime realtà professionali, ed ebbi occasione di collaborare con speaker storici e conosciutissimi. Una bella palestra, che ha fatto di me una professionista dotata di autonomia, e responsabilità. Dopo le prime esperienze in radio, che mi a dato pubblico e notorietà, è arrivata anche la la possibilità di fare televisione. Ero solita fare l’inviata in occasione di eventi diversi. Ed a quel periodo risale il primo incontro con il mio attuale editore, Domenico Maduli, Presidente del Gruppo Pubbliemme e a capo del network LaC. All’epoca Domenico non aveva ancora lanciato il network. Ma già da come faceva impresa, già da come gestiva l’azienda, si capiva che c’era la stoffa. Ricordo che sin dai primi incontri avevo espresso il desiderio, un giorno, di poter lavorare in una televisione dove lui avesse ricoperto il ruolo di editore. E oggi che sono passati gli anni e che questo sogno si è avverato, considero la cosa un vero e proprio segno».

 

Radio Cafè

«L’avventura vera e propria con LaC inizia lo scorso anno, in primavera. Il programma Radio Cafè era già in onda, rispondeva alla necessità di coniugare informazione e musica. Io ho preso in mano la conduzione nel maggio 2018, e da allora siamo cresciuti insieme. Ho avuto ospiti importanti, da Gatto Panceri a David de Marinis, passando per Luca Sardella. Il mio sogno per il futuro è continuare a fare questo mestiere, per tutta la vita».