Anna Foti, 46 anni, conseguita la laurea in legge, sente il bisogno di seguire la sua vera passione: il giornalismo, la comunicazione. Osservare la realtà, individuare le criticità e raccontarle, denunciare disagi e condizioni di vita disumane, abusi ambientali, questo è ciò che predilige.

Anzi, ne avverte la necessità, perché per lei, il giornalismo ha un ruolo fondamentale nella dimensione sociale e va vissuto come impegno civile.

Passione per il suo lavoro, passione nella difesa degli ultimi, che cerca di portare all’attenzione della comunità, e tenta di aiutare come può.

Si potrebbe affermare che il suo privato ed il suo lavoro si sovrappongano, divenendo un” unicum”, anche per le attività di volontariato.

Umile nei modi, nell’approccio, decisa e irrefrenabile nel portare avanti i suoi ideali.

E come una sorta di quaderno, dalla copertina rovinata, con le “orecchie” alle pagine, ma se lo apri, immediatamente, inevitabilmente resti rapita dal contenuto meraviglioso di immagini, parole, speranze, sogni.

«Le cose di cui mi occupo - ha detto Anna Foti - rispecchiano gli interessi e quella che è anche la mia formazione: il sociale ed il culturale. Nel sociale sono molto presente nei quartieri, vado sui territori per sentire le persone e raccogliere le loro storie perché sono profondamente convinta che il giornalismo abbia una forte dimensione civile e sociale, che vada declinato con l’ascolto e con il racconto della vita e dei disagi e molto spesso, soprattutto alle nostre latitudini, dei diritti negati».