Di certo c’è differenza, tanta differenza, nell’osservare i fenomeni, leggere la realtà, in base al ruolo che si riveste. Visioni coincidenti, neppure tanto vicine, tra una persona che fa politica attiva che riveste cariche istituzionali e/o amministrative, e colui il quale di quella attività, dell’operato politico amministrativo, deve, per mestiere, raccontare.

Lui, Franco Laratta, ha sperimentato entrambe le dimensioni, è stato oggetto dell’attenzione giornalistica, è divenuto definitivamente, per scelta, operatore della comunicazione, giornalista, narratore.

A partire dalla proposta dell’editore Domenico Maduli: “Franco dobbiamo cambiare la Calabria”, che lui ha assunto come una sfida.

Ed ha iniziato a scrivere i suoi tanti articoli, alcuni selezionati e raccolti in tre specifiche pubblicazioni.

Poi si è cimentato anche nei format televisivi, tutti assai riusciti.

Fino a subire il fascino delle storie, dei luoghi, delle tante esperienze colte, raccolte, studiate, sistematizzate, in pezzi di vera e propria storia della Calabria.

Una Calabria guardata e presentata in modo alternativo, attraverso le sue tante positività, bellezze, ricchezze, umane e artistiche.

Il fascino da affabulatore che contraddistingue Franco Laratta, deriva proprio dalla esperienza diversa e diversificata della sua vita, che gli consente di cogliere più sfumature, stabilire nessi, contestualizzare modalità, che a molti, probabilmente, sfuggirebbero.

«Secondo me, - ha detto Franco Laratta - l’informazione può giocare un ruolo straordinario in Calabria, perché la Calabria ha bisogno di essere curata, di essere anche cullata. Di questa terra si parla malissimo, c’è una stampa nazionale negativa che non la conosce, ma l’aggredisce con il ripetere inutili luoghi comuni. LaC ha cambiato il passo, ha saputo dare un esempio di informazione positiva e colta mettendo in campo fior di professionisti ed il meglio di chi sa vivere e spiegare la nostra amata terra».