A Squillace per l’avvio dell’anno giubilare monsignor Maniago ha invitato tutti ad attraversare la soglia con sentimenti di speranza. L’impegno per costruire un mondo migliore
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La porta santa, una soglia metaforica. L’invito è di attraversarla lasciandosi alle spalle contese e divisioni e nel passaggio ritrovare la speranza perduta, seminarla nei luoghi in cui è stata sopraffatta dalla violenza, dalla guerra e dal disagio sociale.
Tanti pellegrini di speranza, il 2025 un impegno per costruire un mondo migliore. Alle nostre latitudini ciò si traduce in uno sforzo ulteriore verso «i giovani che vedono crollare i loro sogni per vivere nella malinconia e nella noia. Verso gli anziani che sperimentano forme di solitudine e senso di abbandono. Verso i migranti affinché le loro attese non siano vanificate dai nostri pregiudizi e dalle nostre chiusure».
Queste le parole dell’arcivescovo metropolita della diocesi di Catanzaro Squillace, Claudio Maniago, nell’aprire la seconda porta santa della diocesi avviando così l’anno giubilare.
«La nostra diocesi si mette in cammino, accogliamo l’invito del Papa ad entrare per la porta e quindi fare un passo in avanti nel cammino della nostra fede personale e anche comunitaria augurandoci davvero che la speranza sia per noi di consolazione ma un annuncio per il mondo intero» ha sottolineato l’arcivescovo Maniago.
«La speranza è la parola chiave oggi, cioè ridare speranza laddove per i motivi della guerra, dell’ingiustizia e della guerra chiedono speranza. Il Signore può dare speranza a tutti se accogliamo il suo messaggio di amore. Pellegrini vuol dire che bisogna camminare – ha aggiunto Maniago – che non bisogna essere spettatori. Il pellegrino cammina, fa anche fatica e sa che deve raggiungere una meta, la nostra meta è il Signore che non sta lassù ma quaggiù, in mezzo a noi. Ha il volto delle persone più bisognose di affetto, di cura e questi sono i malati e i giovani, che non sono malati ma rischiano di diventarlo di noia, di non senso. Dobbiamo stargli vicino per aiutarli a coltivare il sentimento di sperare in una vita migliore e avere voglia di vivere».