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Dalla curiosità di vederla all’opera, ai diversi punti interrogativi sollevati all’indomani dello stratosferico esordio stagionale di Tiffany (Tifanny) Pereira de Abreau. Un uragano di muscoli e potenza, più vicino al suo recente passato da uomo che al suo presente da donna, che ha mandato in tilt non solo Trento, la prima malcapitata caduta sotto i colpi dell’opposto brasiliano (nato uomo 32 anni fa), ma l’intero sistema pallavolistico italiano. Un precedente su cui la federazione continua a tenere la bocca cucita ma che inevitabilmente ha aperto la porta a prese di posizione contrastanti. A far discutere non la persona, ma l’incisività che una giocatrice con doti fisiche fuori dal comune, come Tiffany, potrebbe avere sull’intero proseguo del campionato. Contro Trento la brasiliana ha messo a terra 22 palloni su 52 attacchi. Nulla di straordinario se rapportato alle “top” di categoria. Come ci ha tenuto a sottolineare il tecnico di Palmi, Pasqualino Giangrossi. Analisi che, tuttavia, non convince a pieno soprattutto tra le giocatrici di Trento.
Si è trattenuta? Hanno molti dubbi le giocatrici di Trento, la prime a subire la furia Tiffany un secondo dopo il suo ingresso in campo. «Con Tiffany in campo - commenta Silvia Fondriest, centrale e capitano della Delta, tra le colonne della Gazzetta dello Sport – la partita è completamente cambiata. Tifanny ha attaccato 52 palloni in tre parziali con quasi il 50% in attacco ma – ha continuato la Fondriest – abbiamo avuto l’impressione che si stesse trattenendo almeno nella forza dell’attacco. Al di là delle scelte di vita di ciascuno di noi – ha proseguito la giocatrice trentina - mi chiedo se non ci sia alla base un problema di regole. I suoi parametri fisici non sono gli stessi di una donna – spiega - lo scorso anno ho avuto la fortuna di giocare in A-1 ed anche in quella categoria ci sono poche giocatrici che possono vantare qualità simili».
Alessio Bompasso