Venticinque punti in attacco su cinquantadue palloni toccati, un muro ed un ace. Tutto in settentacinque minuti di gioco. Tutto all’esordio assoluto nel campionato di A2 femminile. Un “partitone” insomma. Protagonista la nuova schiacciatrice della Golem Palmi, Tiffany da Abreu, sbarcata in Calabria poco prima del match contro Trento e subito schierata da coach Giangrossi, ripagato alla grande della fiducia riposta. Fin qui nulla di particolare se non fosse che Tiffany Pereira sia nata uomo nel 1985 in Brasile e all’anagrafe si chiamasse Rodrigo. Nella sua valigia tanta esperienza nel volley maschile: Francia, Olanda, Spagna e Belgio tra le fila del Jtv Dero Zele-Berlare, il team della B belga dove Rodrigo ha completato la sua transizione verso il corpo che domenica ha attirato l’attenzione di un intera città  e non solo. Tiffany ha risposto come meglio non poteva lasciando, tuttavia, aperta la porta a chi in Lega storce il naso su una vicenda che potrebbe scivolare nel pregiudizio.

 

A far discutere non è la persona ma le doti fisiche di Tiffany, più vicine al suo passato da uomo che al suo presente da donna. «Tiffany ha doti atletiche fuori dal comune – spiega coach Giangrossi - ma il 48% in attacco è la stessa percentuale realizzata da altre atlete. Inoltre – continua - da quando è donna Tiffany ha perso il 60% della sua forza: prima schiacciava a 3,60 metri, ora a 3,15».  Spiegazioni che la società neroverde porterà negli uffici di Coni e Federazione qualora qualcuno presentasse ricorsi formali nei confronti della schiacciatrice brasiliana. Nel frattempo Tiffany si gode l’abbraccio di Palmi e delle sue nuove compagne, le prime ad accoglierla e difenderla da una fetta di mondo poco aperto alla parità di genere. Anche se sei nato uomo e a distanza di 32 anni sei a tutti gli effetti una donna. 

 

Alessio Bompasso