VIDEO | Il capitano della squadra rossoblu, insieme ad alcuni suoi compagni di club, protagonista del convegno organizzato nell’ambito del progetto della Lega Pro “Il calcio e le ore in Classe”
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Una città. Uno sport. Una squadra. Un capitano. Kenneth Obodo da Warri. Nigeria. Capitano di una Vibonese che proprio domenica ha calato il sipario al Luigi Razza. La propria casa. Quella di Kenneth da quando due stagioni fa è sbarcato in Calabria. Era arrivato per giocare tra i professionisti. È rimasto anche dopo la doccia fredda della Serie D. Il campionato vinto al termine di una straordinaria cavalcata. Un’impresa che ha permesso a lui e ad i suoi compagni di riportare Vibo Valentia tra i professionisti. Palcoscenico che i tifosi della Vibonese potranno vivere anche il prossimo anno grazie ad una salvezza, obiettivo stagionale, messa in tasca con largo anticipo. Sul suo viso il rammarico per non aver conquistato la ciliegina sulla torta playoff. Ma oggi non conta.
Oggi il capitano è salito in cattedra. Per parlare di se e della sua esperienza da uomo e calciatore su mille campi da calcio. Lo ha fatto tante volte quest’anno. Mai come quest’anno tra la gente. Una cosa normale per Kenneth, praticamente adottato dalla città ed idolo dei tifosi. Sempre in prima fila durante le iniziative sociali organizzate dal club rossoblu per portare, soprattutto tra i più giovani, i valori dello sport. Anche ieri mattina al liceo classico “M.Morelli” dove, nell’ambito del più ampio progetto della Lega Pro “Il calcio e le ore in classe” portato avanti dalla società di via Piazza d’Armi, già presente in altre scuole della provincia, il capitano rossoblu è intervenuto sul tema dei diritti umani. Purtroppo ancora troppo spesso calpestati durante le manifestazioni sportive. Con vere e proprie forme di razzismo. Ma non a Vibo Valentia. Una città che ama. E Kenneth Obodo lo ha sottolineato anche oggi. Davanti a centinaia di ragazzi. L’iniziativa, promossa dalla Vibonese e sposata dal dirigente dei due Licei “Morelli” e “Colao”, Raffaele Suppa, ha visto la partecipazione, oltre a diversi compagni di squadra di Obodo (Mengoni, Collodel e Rezzi) e i dirigenti della Vibonese, anche le più alte cariche Istituzionali della città, rimaste fortemente colpite dall’appeal che Obodo, i suoi compagni e la Vibonese hanno avuto sui ragazzi presenti, rimarcando quanto sia importante per la crescita di un territorio la presenza di una squadra professionistica come la Vibonese. Appunto.