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A caratterizzare il calcio calabrese nell’anno che sta finendo, è sicuramente la vicenda legata alla Vibonese. Da 0 a 10. Da 10 a 0, tutto i pochi mesi. Dalla retrocessione in Serie D, alla battaglia per la riammissione in Serie C, alla condanna definitiva tra i dilettanti.
Una lunga estate caldissima
Mesi concitanti pe la società guidata dal Presidente Pippo Caffo. L’amarezza e la delusione per la retrocessione in Serie D, dopo la sconfitta nella partita play out contro il Catanzaro, la speranza e la determinazione di ritornare nel calcio che conta.
Una strada tutt’altro che semplice fatta di ricorsi su ricorsi
Dopo il primo ricorso ad agosto, tutta Vibo festeggia insieme alla squadra l’atteso ritorno ma la festa dura poco: il ricorso risulta inammissibile.
Così continua il botta e risposta tra Vibonese, Lega e Figc. Fino alla risposta definitiva: è Serie D.
La Vibonese è chiamata così a scendere in campo a campionato avviato
E’ il 25 settembre. E’ la quarta giornata di campionato. Al Luigi Razza va in scena Vibonese-Paceco. La partita finisce 2-0 per i padroni di casa ma la partita va oltre il risultato. E’ la risposta di un’intera società. Un messaggio forte e chiaro: sarà comunque Serie C.
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La Vibonese è attualmente terza. I presupposti per poter tronare tra i professionisti, ci sono eccome. In parte, il 2017 sarà ricordato per l’ingiustizia sportiva che ha investito la Vibonese, considerato un vero e proprio accanimento. Certamente rimane però la determinazione di tutta la società rossoblù, guidata da Pippo Caffo e dei tifosi che continueranno a sostenere i colori nel bene e nel male, unendo l’intera città di Vibo Valentia e perché no, tutta la Calabria, aspettando magari tutti insieme quel triplice fischio finale per poter esultare, così come si aspetta la mezzanotte il 31 dicembre.
Maria Chiara Sigillò