Mancano ormai due giorni a Reggina-Ragusa, match valevole per la quarta giornata del Girone I di Serie D, e abbiamo avuto l'onore di avere in esclusiva ai microfoni di LaC News una vecchia conoscenza del panorama calcistico calabrese, ex tra l'altro della partita. Domenico Danti ha, infatti, militato nella Reggina nella stagione 2010-2011. Come ha avuto modo di raccontarci lui stesso, la parentesi a Reggio Calabria è stata per lui sfortunata ma anche importante. 

Dopo sette anni (di cui sei in Lega Pro) con la maglia della Virtus Verona hai deciso di sposare il progetto Ragusa, a 35 anni suonati. Cosa ti ha convinto ad accettare la proposta azzurra dopo tanti anni spesi al nord e in una categoria superiore? Che ambiente hai trovato e che differenze hai rilevato? 
«Innanzitutto, è stata la chiamata del direttore che mi ha convinto a scendere di categoria. Il Ragusa è una grande piazza con un gran progetto. Avevo anche delle proposte dalla C ma ho preferito venire qui. Ho trovato un ambiente sereno, dove si lavora bene». 

L’inizio non è stato dei più semplici, solo due punti in tre partite e la sensazione di una squadra che deve ancora formarsi. Credi che questa squadra debba semplicemente salvarsi o con il tempo può ambire a qualcosa in più? Ricordiamo che, la scorsa stagione, ha chiuso al nono posto con 50 punti, a soli 4 punti dai playoff. Bisogna sicuramente ripartire dal secondo tempo contro l’Acireale, dove si è vista una squadra intensa e aggressiva - che infatti ha trovato meritatamente il pareggio.
«Siamo partiti così così ma analizzando partite e prestazioni posso dire che a livello di risultati ci è andata male. Nella prima partita contro il Sant’Agata siamo riusciti ad andare in vantaggio, non abbiam chiuso la partita e poi al primo loro tiro in porta abbiamo preso goal. Contro il Siracusa si è vista la differenza con una squadra che ambisce a salire in Lega Pro e ha speso tantissimo. Noi siamo andati lì anche un po’ rimaneggiati per le varie squalifiche e infortuni. Contro l’Acireale, nonostante siamo andati in svantaggio e abbiam sbagliato il rigore, il secondo tempo siamo entrati in campo determinati e l’abbiamo pareggiato. Dobbiamo continuare su questa strada, se siamo al completo abbiamo margini di miglioramento e possiamo dar fastidio a tutti. lo step da fare è quello di superare i 50 punti dello scorso anno e provare ad acciuffare i playoff». 

Tu sei un calabrese doc, originario di San Giovanni in Fiore (CS) ed ex della partita. Si, perché 13 anni fa sei passato in prestito dal Siena alla Reggina - dopo un’esperienza formativa con un’altra calabrese, il Cosenza. A Reggio però sei stato molto sfortunato: arrivi, subisci un brutto infortunio alla spalla e torni nella seconda parte di stagione. Il tuo unico goal in maglia amaranto è un capolavoro: raccogli un cross rasoterra e la insacchi di tacco. Che ricordi conservi? Saresti rimasto almeno un altro anno a Reggio Calabria per dimostrare a tutti quanto valevi?
«A Reggio ho avuto una parentesi importante della mia carriera, nonostante i primi sette mesi siano stati molto difficili. Poi nelle ultime 15 partite ho fatto 12 presenze ed ero rientrato bene. Ho segnato anche un bel goal contro il Torino che è valso l’accesso ai playoff. Sarei rimasto volentieri perché mi sono trovato bene con la gente di Reggio (mi scrivo con alcuni di loro) e con la piazza, ma il Siena ha deciso di vendermi al Vicenza e quindi non c’è stata l’opportunità di rimanere». 

Domenica torni al Granillo: che accoglienza ti aspetti? Che partita sarà secondo te? Vorrete fare uno scherzetto alla corazzata amaranto…
«Si, domenica torno al Granillo ma da ex. Spero di aver lasciato un bel ricordo ai tifosi perché ho sempre dato tutto per la maglia della Reggina. Per quanto riguarda la partita di domenica, sicuramente sarà dura come tutte le altre. Noi andremo a Reggio a fare la nostra partita e a giocarci le nostre carte».