“Una Buffa…coincidenza, il racconto de La Giovane Italia”: si è tenuto presso la sala cinema del Teatro Auditorium Unical l’evento che ha visto coinvolto Federico Buffa, uno dei massimi esponenti del giornalismo sportivo italiano. L’incontro, organizzato in collaborazione con il Corso di Laurea in Scienze per le Attività Motorie e Sportive e con il Corso di Laurea di Media e Società Digitale, è servito per presentare il programma “La Giovane Italia”, avviato nel 2011 con il fine di valorizzare i settori giovanili del nostro Paese. Sul palco, insieme a Buffa, sono stati presenti anche Paolo Ghisoni e Stefania Renda – rispettivamente fondatore di LGI e responsabile eventi LGI sport.

Interrogato sulle problematiche insite nei settori giovanili italiani e sui dilemmi del nostro calcio, ancorato più alla logica del risultato immediato e meno a quella della valorizzazione e della programmazione, Federico Buffa risponde così: «I settori giovanili costano non solo finanziariamente, costano a livello affettivo e di impegno. In Italia abbiamo un’eccellente tradizione di allenatori ma è evidente che un diciassettenne italiano abbia meno opportunità di giocare nel calcio professionistico di alto livello rispetto a un suo coetaneo francese, tedesco o spagnolo. Sul perché c’è poco da dire: hanno più facilità a dare a un diciassettenne delle responsabilità. È anche la storia del nostro Paese: basta guardare quanti pochi ventenni o venticinquenni hanno ruoli di rilievo in Italia».

Un problema di mentalità, dunque, che permea la società italiana su tutti i livelli e che non permette ai giovani di emergere con facilità nello sport come in altri settori. L’incontro tenutosi all’Unical ha preceduto lo spettacolo “La milonga del fùtbol”, andato in scena al Politeama di Catanzaro nell’ambito della XXI edizione del “Festival d’autunno. Un racconto in pieno stile Buffa che ha ripercorso le gesta di tre calciatori argentini che hanno segnato la storia di questo sport: Renato Cesarini, Omar Sivori e Diego Armando Maradona.