«Amore, passione, tanto sacrificio, per me lo sport è tutto questo e, dunque, è vita. I limiti e le difficoltà ci sono per tutti e in ogni sport, è la volontà a fare la differenza». Ne è convinto lo schermidore e cestista paralimpico Andrea Alberto Pellegrini, a Reggio con la pongista paralimpica Clara Podda, in occasione dell’unica tappa calabrese della manifestazione nazionale Muover-Si, organizzata da Msp Italia in collaborazione con l’associazione Reggio Bic Basket in Carrozzina e con il patrocinio del comune di Reggio Calabria. Alla conferenza stampa presenti, infatti, gli assessori al Welfare e allo Sport, rispettivamente Demetrio Delfino e Giuggi Palmenta. La Rosa dei Venti sul lungomare Falcomatà si è trasformata in una palestra a cielo aperto in cui sperimentare basket in carrozzina, tennis tavolo e scherma. Destinatarie particolarmente attese di questa iniziativa, gratuita e finanziata dal ministero del Lavoro e della Politiche Sociali, sono state le persone con disabilità motorie che ancora non avessero mai praticato sport.

Una palestra all’aperto in cui sperimentare lo sport

Entrambi in riva allo Stretto, Andrea Pellegrini e Clara Podda, non come campioni paralimpici ma come amanti dello sport, con il desiderio di testimoniare e trasmettere tutta la bellezza e la forza che questa esperienza ha portato nella loro vita. «Lo sport è divertimento e socialità. Comprendere questo, cimentandosi nella disciplina che piace, significa già essere campioni nella vita. Tutto il resto, se arriva, arricchisce ancora di più ma non potrà mai essere più importante del valore che lo sport è capace di dare alla nostra vita di tutti i giorni», ha sottolineato la pongista paralimpica Clara Podda.

Il progetto Muover-Si

Il progetto Muover-Si, che pone al centro l’attività sportiva quale veicolo di promozione di salute e inclusione sociale della persona con disabilità motoria, sospeso per la pandemia lo scorso anno e adesso ripreso, è sbarcato a Reggio dopo la tappa a Termoli e prima di quella a Pontecagnano Faiano nel salernitano; esso si propone di promuovere uno sguardo allo sport come esperienza foriera di benessere e veicolo efficace di inclusione sociale e riduzione delle disuguaglianze sociali. Tutto in linea con la Convenzione Onu sui Diritti dei Disabili ratificata in Italia nel 2009, che riconosce in capo allo Stato il dovere di incoraggiare e promuovere la più ampia partecipazione delle persone con disabilità alla vita culturale e sportiva del Paese, stimolando la loro piena interazione sociale e la consapevolezza della capacità di essere autonomi e di offrire il proprio contributo.
«Con questo progetto ci proponiamo di raggiungere le famiglie, sensibilizzandole verso l’importanza della socialità e dello sport. Purtroppo è ancora molto diffusa la tendenza a considerare la persona disabile una persona malata, da preservare e da proteggere dagli ambienti esterni. Invece la socializzazione è fondamentale e lo sport può offrire un prezioso contributo in questo percorso di cambiamento culturale verso l’integrazione e l’inclusione», ha evidenziato Sebastiano Pellecchia, responsabile progetto Muover-Si per Msp Italia.


«Un progetto bellissimo e siamo particolarmente orgogliosi di aver fatto ripartire così lo sport, dopo le restrizioni pandemiche, in riva allo Stretto. Hanno risposto al nostro appello la Special Olympics, con le associazioni I Girasoli della Locride e Andromeda, l’Agi 2000, con ragazzi che non avevano esperienza sportiva, e Codanzare associazione Studio Arte. Significativa anche la partecipazione delle delegazioni dell’istituto Istruzione Superiore Augusto Righi e del liceo scientifico ad indirizzo Sportivo Alessandro Volta di Reggio Calabria. Crediamo fermamente nello sport come esperienza di vita e laboratorio di crescita fisica e sociale, per questo abbiamo sposato questo progetto nazionale che pone al centro lo sport come viatico di inclusione e benessere nel rispetto della diversità», ha sottolineato Amelia Eva Cugliandro, dirigente Basket in Carrozzinae delegata regionale della Fipic.


Andrea Pellegrini e Clara Podda, allenatori di eccezione


«Credo che in tutti gli sport ci si debba confrontare con limiti e difficoltà e credo che ciò che più conti sia entrare in una palestra, divertirsi e aiutare altri a fare lo stesso. Per me lo sport è stato questo e, dopo l’incidente, anche un modo per continuare ad assaporare la vita. Nel 1991, durante il servizio militare ho avuto un incidente ferroviario che mi ha privato della gamba destra. Io ero già un atleta. Ero surfista e praticavo arti marziali, dunque l’uso delle gambe era dominante. Grazie alla fondazione Santa Lucia e alla riabilitazione, dopo l’amputazione ho potuto riprendere a fare sport. Nel 1992 ho scoperto il basket in carrozzina e nel 1995 la scherma. Ho vinto tanto ma non è questo il punto. Ciò che mi ha portato a sposare questo progetto e a spendermi per divulgare la cultura dello sport è la ricchezza che mi ha dato tutto il percorso della mia vita», ha spiegato Andrea Alberto Pellegrini, campione paralimpico romano che in cinque paralimpiadi ha vinto nove medaglie, che in passato ha anche indossato la maglia della Reggio Bic.
Campionessa europea in Slovenia nel 2007, sul secondo e terzo gradino del podio, rispettivamente al torneo a squadre e singolare, alle paralimpiadi di Pechino nel 2008, Clara Podda da oltre trent’anni pratica tennis tavolo con passione. «Per me è stata una scoperta straordinaria. Prima dell’incidente, dopo il quale ho perso l’uso delle gambe, non avevo mai praticato sport. Ho aderito a questo progetto proprio per invitare a vivere questa esperienza di grande sacrificio ma soprattutto di grande gioia e passione che, sono convinta, rappresenti un elemento di cura non per la disabilità ma per tutti», ha sottolineato la pongista paralimpica di origini sarde ma romana di adozione, Clara Podda.