Resettare e ripartire: questo il mantra che ha accompagnato la nuova Reggina nella pre-season. Gli ultimi anni sono stati a dir poco turbolenti, ma la voglia di rivalsa è tanta. Per non perdere tempo gli amaranto si sono affidati ad un intenditore della quarta serie italiana: Rosario Pergolizzi, fresco vincitore dell’ultimo Girone F con il Campobasso. Non l’unica promozione, perché quattro anni fa aveva già riportato tra i professionisti il Palermo.

Abituato, quindi, anche a piazze importanti, Pergolizzi avrà il compito di guidare una squadra che ha cambiato tanto e che annovera tra le proprie fila diversi giovani. Malara, Mariano, Bombaci, Padalino, Vesprini, Forciniti e Lumia sono le nuove leve under che il direttore dell’Area Tecnica Giuseppe Bonanno – insieme al Dg Giuseppe Praticò – hanno messo a disposizione del nuovo allenatore.

Non sono i soli, perché per vincere i campionati c’è anche bisogno di esperienza. Ingaggiati allora anche giocatori navigati come Racine Ba – reduce dalla promozione con il Trapani – l’ex Rende e Vibonese Mohamed Laaribi, i bomber Marko Rajkovic e Bruno Barranco e, infine, Antonino Ragusa. Per quest’ultimo si tratta di un ritorno: l’ex giocatore del Messina torna in amaranto dodici anni e undici squadre dopo. Vero e proprio girovago della penisola e del calcio nostrano, Ragusa – nella stagione 22/23 - salvò i peloritani con un goal a pochi minuti dal termine nel play-out contro la Gelbison.

Ora, se la società lavora per regalare gli ultimi colpi a Pergolizzi, la squadra inizia a prepararsi mentalmente e fisicamente alla nuova stagione. L’1 settembre, infatti, andrà in scena la Coppa Italia Serie D – con la Reggina che sfiderà subito nel derby la Vibonese. Un match che sarà solo il preludio all’inizio del campionato – che ripartirà ufficialmente l’8 settembre.

Intanto, una settimana fa è partita la seconda fase della campagna abbonamenti amaranto. Per l’occasione, il club ha scelto lo slogan “La Reggina siamo noi”: un modo per ribadire il legame con la terra e, di conseguenza, con la gente che la popola. Sì, perché la Reggina ha bisogno anche della sua gente per tornare regina.