L’ex attaccante racconta: «Ogni gol e assist sono stati per me un dono verso i tifosi: il legame con la squadra è un amore che custodirò sempre». Poi celebra il medico sociale Favasulli: «Un gigante»
Tutti gli articoli di Sport
PHOTO
David Di Michele, uno dei calciatori più amati e iconici della storia della Reggina, ripercorre ai nostri microfoni il suo legame indelebile con la squadra e la città di Reggio Calabria.
Ogni sua parola è intrisa di passione e gratitudine verso una maglia che gli ha regalato emozioni senza pari. Un viaggio che inizia con i suoi gol indimenticabili e si estende fino all’amore eterno per la maglia amaranto, simbolo di una carriera e di un affetto che mai smetteranno di brillare.
Dalla rovesciata leggendaria contro il Milan che definisce «il goal più bello della sua carriera», agli anni d’oro in Serie A, fino alle sfide emozionanti in Serie B e alla storica salvezza in C nel derby contro il Messina, con il boato della curva che ancora risuona nelle sue orecchie e il gol di Balistreri a sigillare un’impresa memorabile. «Quella vittoria contro il Messina – dice l’ex attaccante amaranto - fu una delle emozioni più forti della mia carriera. Anche se nel ritorno rimasi in panchina, lo spirito di squadra ci spinse a ottenere la salvezza. Ricordo ancora il boato dello stadio quando segnò Balistreri. Indimenticabile».
“Re David”, un soprannome speciale
Ancora giovane, Salerno ha accolto Di Michele con il soprannome di "Re David", un titolo che ancora oggi lo emoziona: «Quando sono arrivato a Salerno, i tifosi mi hanno accolto con grande affetto. Ho avuto una grande stagione in Serie B, segnando 23 gol, ma il soprannome ‘Re David’ mi ha emozionato perché è stato un riconoscimento per quello che avevo dato in campo».
Gli anni d’oro della Reggina e un pensiero sul presente
Ma se c’è una squadra che ha segnato profondamente la sua carriera, quella è senza dubbio la Reggina: «Il ricordo più intenso è legato alla passione dei tifosi. Giocare a Reggio Calabria in quegli anni è stato unico. La loro energia mi dava una carica indescrivibile. Ho dato tanto, ma credo che loro mi abbiano dato molto di più».
Di Michele ha vissuto la Reggina in tutte le categorie, vedendola in una delle sue vesti migliori: oggi la situazione si è capovolta: «Mi dispiace vedere la squadra in difficoltà, ma oggi stanno lottando per vincere il campionato. Con il loro impegno, sono sicuro che possano tornare in alto. Tifo per loro e spero che riescano a raggiungere i traguardi che meritano. Ci sarò nella partita decisiva della stagione che sia in casa o in trasferta. Reggio è nel mio cuore, una città indimenticabile».
La salvezza contro l'Atalanta: un’impresa storica
Uno dei momenti più emozionanti della sua carriera è stato lo spareggio salvezza contro l’Atalanta: «È stata una vittoria indimenticabile. Eravamo in una situazione difficile, ma abbiamo fatto una partita perfetta, andando a vincere a Bergamo, un'impresa che ci ha dato una spinta incredibile. Una partita memorabile».
Il presidente Foti e l'energia della Curva Sud
Non si può parlare della Reggina senza menzionare Lillo Foti, storico presidente della società: «Il presidente Foti ha fatto tanto per la Reggina, portandola in Serie A e mantenendola ad alti livelli. Anche se alla fine ci sono stati momenti difficili, non bisogna dimenticare quanto ha fatto per la squadra e per la città. E’ un riferimento nel calcio per Reggio Calabria».
«Quando arrivai a Reggio, lo stadio era sempre gremito con 28.000 tifosi. La passione che si respirava nell'aria era incredibile, e quella forza che veniva dalla curva ti dava una carica unica, capace di farti correre anche nei momenti di stanchezza, perché sapevi che lo stavi facendo per loro. Oggi, anche in Serie D, continuo a vedere tantissimi tifosi che non smettono di sostenere la squadra, un segno tangibile di quanto questa città meriti di tornare a calcare i palcoscenici del grande calcio. Quella curva, quella passione, non si dimenticano mai».
I compagni di squadra e le persone indimenticabili
Nel corso della sua carriera, Di Michele ha avuto la fortuna di giocare con grandi campioni come Nakamura, Cozza, Cirillo e Mozart: «Eravamo un gruppo unito, dentro e fuori dal campo, e ancora oggi, anche se non ci vediamo spesso, ci sentiamo. Quegli anni sono stati fantastici».
Ma tra tutte le persone incontrate a Reggio, c’è una figura che gli è rimasta particolarmente nel cuore: «Spalletti mi ha insegnato tanto, ma a Reggio Calabria c’è stata una figura che ha avuto un impatto profondo sulla mia carriera e sulla mia vita: Pasquale Favasuli, il medico sociale. Era sempre lì per noi, pronto a supportarci in qualsiasi momento. Non si trattava solo di un medico, ma di una persona su cui potevi contare in ogni circostanza, che fosse per una piccola esigenza o un problema più serio. Era come un padre, un amico, un punto di riferimento, e continua a esserlo anche oggi, con la stessa disponibilità e affetto che ci ha sempre dimostrato».
L’anno della retrocessione amaranto
«Arrivai a gennaio e trovai un gruppo giovane, ma già con una grande determinazione e promettente. Nonostante la retrocessione, quella stagione si rivelò un’esperienza fondamentale per la crescita dei giovani, molti dei quali oggi sono protagonisti in grandi squadre, come Di Lorenzo. Ma non posso dimenticare che in quella squadra c’erano altri giocatori di grande valore, come il capitano Barillà, Porcino e Salandria. Erano tutti giovani, ma già allora mostravano una qualità e una maturità straordinarie per la loro età».
Udinese, Premier League e le altre esperienze
La carriera di Di Michele non si è fermata alla Reggina. Ha vissuto grandi esperienze, tra cui l’Udinese di Spalletti, dove ha giocato al fianco di Di Natale e Iaquinta. «Fu un anno incredibile, culminato con la qualificazione in Champions League. Ho dato il mio contributo, ma la forza di quella squadra era il gruppo».
Anche l’esperienza in Premier League con il West Ham gli ha lasciato ricordi indelebili. «Esordire con una doppietta è stato incredibile. Gli stadi inglesi e il calcio senza polemiche mi hanno impressionato molto. È stato un sogno giocare in Inghilterra».
Il presente e il futuro: la carriera da allenatore
Oggi Di Michele sta intraprendendo una nuova avventura come allenatore: «Mi piace molto questo ruolo, anche se all’inizio ho incontrato qualche difficoltà. Voglio continuare a crescere, e chissà, magari un giorno allenerò proprio la Reggina».
La sfida attuale: la rincorsa alla Serie C
Guardando al presente, l’ex attaccante segue con grande attenzione la lotta della Reggina in Serie D: «La squadra sta facendo una grande rincorsa. Il Siracusa è forte, ma credo che la Reggina possa raggiungerlo e vincere il campionato. Spero con tutto il cuore di vederla tornare in Serie C. E io sarò lì, sugli spalti, a tifare per loro».
David Di Michele non è solo un calciatore, è un simbolo della storia della Reggina. Le sue parole raccontano l'amore e la passione di un legame che non svanirà mai, a prescindere dai cambiamenti nel calcio. La Reggina è la sua casa, e lui lo ha sempre dimostrato con ogni gol, ogni assist e ogni gesto sul campo. Oggi, Di Michele guarda con speranza alla risalita della squadra, sostenendo i suoi tifosi che, come lui, non smettono di credere nella magia del Granillo.