È un pari un po’ dolce e un po’ amaro quello del Locri ad Agrigento. Amara rimane l’idea di strappare solo un punto all’ultima della classe, dolce e leggero si fa il sospiro nel constatare che gli agrigentini hanno venduto cara la pelle.

Zito porta in panchina Carnovale, schiera subito Fangwa in attacco e per questo esordio esterno targato 2025 sceglie anche Chiricosta e Vincenzo Aquino. Indisponibile Kremenovic. Favarin non si risparmia e compone l’Akragas senza dimenticare Sinatra, Lo Faso, Palazzolo e Tuccio.

Prima della mezz’ora è già 1-1 grazie a Zucco e Di Stefano. Il primo porta in vantaggio i calabresi che, però, avranno subito una bella gatta da pelare. Infatti, la reazione agirgentina è immediata perché al 26’ Di Stefano porta i giochi in equilibrio.

L’Esseneto risulta difficile da espugnare perché in campo la squadra sicula non riflette la realtà di fanalino di coda della classifica. Il Locri perciò ricomincia da capo, cerca di portare avanti il gioco palla a terra, prova a sviluppare idee tattiche di non facile lettura ma le retrovie siciliane sono attente a chiudere varchi e speranze. L’intervallo manda le squadre negli spogliatoi in una condizione di parità, confortante per i padroni di casa che hanno dichiarato l’obiettivo riscatto e comunque positiva per il Locri che non sta a guardare.

Inoltre, Davide Aquino non inizia la ripresa e viene avvicendato da Giordano Pantano. Dieci minuti e gli amaranto tornano in auge, a pensarci è Simonetta. Mantiene lungamente il vantaggio il Locri, lo fa con non pochi sacrifici di corsa e copertura e lo dimostra il fatto che al 34’ Rechichi rimette in equilibrio il risultato. Il difensore classe 2002 ha giocato tutti i 90’ nella gara d’andata, era già andato in gol contro il Licata e sul proprio campo ricambia la fiducia del tecnico pisano concludendo con il guizzo giusto l’azione vivace costruita dai compagni. È un finale di riflessioni e cambi quello del match tra Akragas e Locri mentre il risultato è destinato a rimanere tale.