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Nel calcio, si sa, non sempre se spendi di più, vinci di più. Anzi. In Europa e in giro per il mondo è pieno di esempi che confermano quanto i soldi poco servano a mettere in bacheca trofei o centrare obiettivi. Senza fare troppi chilometri basti pensare a ciò che è successo lo scorso anno in Premier League dove a trionfare è stata una delle formazioni che meno aveva speso in fase di costruzione del gruppo: il Leicester di Ranieri. Caso più unico che raro si dirà. Esatto. Ma è un’eccezione che conferma la regola che vuole i club più poveri (si fa per dire) sempre in difficoltà a certi livelli. Insomma se spendi di più non è detto che vinci ma se spendi di meno, 9 volte su 10, retrocedi.
Un esempio? La zona rossa della classifica attuale di Serie A. Empoli, Palermo, Crotone e Pescara. I quattro club che nel massimo torneo italiano di calcio hanno il più basso monte ingaggi.
Il più basso dei bassi? Quello del Crotone. Con 14 milioni di euro la dirigenza pitagorica paga infatti tutti gli stipendi dei propri calciatori: nulla se rapportato alla media delle altre società in Serie A. Fa impallidire il paragone con la Juventus (145 milioni), che con solo tre giocatori supera l'intera squadra calabrese: Higuain (7,5 milioni), Pjanic (4,5 milioni) e Buffon (4 milioni).
Dietro il Crotone c’è l’Empoli con un monte ingaggi di 15,5 milioni. Poi il Pescara con 16,5 ed il Palermo con 20. Un caso?