Il giocatore amaranto si è raccontato in esclusiva ai nostri microfoni partendo proprio dalla possibilità rifiutata di un addio durante la parentesi del mercato di riparazione: «Playoff? Chi vivrà vedrà».
Tutti gli articoli di Sport
PHOTO
Tre anni di Reggina, conditi da una promozione in Serie B e novantanove presenze in maglia amaranto. Nicolò Bianchi è ormai prossimo a entrare nel club dei centenari del club dello Stretto, in cui potrebbe entrare sabato, in caso di presenza contro la Cremonese. «Lo scopro solo adesso (ride, ndr), avevo calcolato in estate che durante questo campionato avrei potuto toccare le cento presenze, non ricordavo potesse avvenire ora, avevo un po’ perso di vista questa cosa visti anche gli ultimi due mesi» rivela in esclusiva in un’intervista al nostro network. «Però sono molto orgoglioso, la Reggina è la prima squadra con cui arrivo a questa cifra».
Come si prepara la sfida dello Zini?
«La stiamo preparando come abbiamo preparato tutte le partite da quando è arrivato mister Stellone. Dobbiamo sfruttare i nostri pregi, sappiamo di andare ad affrontare una squadra forte».
All’andata, il ko coi grigiorossi generò quel filotto negativo che ha complicato per un momento i piani della Reggina. C’è un po’ di voglia di riscatto?
«Penso che questa partita venga in un momento in cui siamo tranquilli, ci siamo tirati fuori da una zona di tranquilla brutta. Cercheremo di fare il meglio possibile, consapevoli di avere una testa un po’ più libera».
Sempre outsider ad agosto, sempre protagonista durante la stagione. E che alternanza quella con Hetemaj.
«Se mi avessero detto che mi sarei diviso lo spazio con uno come Hetemaj, che ha trecento presenze in Serie A, avrei messo la firma. Non sono un giocatore che ti fa vincere le partite, non sono uno come Cortinovis (rileggi qui l'intervista) che lo vedi che ha dei colpi. Però faccio il mio, quello che posso lo dò sempre, è la mia arma»
Il ricordo più bello, volgendo lo sguardo al passato, non può che essere il campionato stravinto nella stagione 2019/20.
«Fu una stagione incredibile, però che purtroppo non ci siamo goduti appieno per la pandemia. È stato comunque bellissimo, partivamo come quinta o sesta forza del campionato, lo dicevano tutti. Stravincere quel torneo è stato un orgoglio, anche perchè la Reggina, sei mesi prima del mio arrivo, stava per fallire. Poi è arrivato il Presidente Gallo ed è andata come tutti sanno».
Ad agosto, in Reggina-Monza, calci in curva la chance amaranto di fare 1-0. Nella settimana successiva, in allenamento, segni in un’azione simile a quella sprecata in partita e ti disperi: è la fotografia del tuo attaccamento alla maglia?
«Assolutamente. E vi rivelo di più, una cosa che forse aveva dichiarato anche il DS Taibi. A gennaio ho avuto la possibilità di avvicinarmi a casa, ma non ho voluto lasciare la Reggina. Bisognava rimanere, questa è la verità. Volevo uscire da questo periodo, come tutti. Sarebbe stato come abbandonare la nave e non volevo fosse così, son contento di essere rimasto perchè ce l’abbiamo fatta, nonostante non fosse facile. Siamo stati bravi e veloci a farlo, tanto merito va anche a mister Stellone».
E, fuori dal campo, quali sono le passioni di Nicolò Bianchi?
«Mi piace il padel, ma durante la stagione non hai modo di giocare. E poi i motori, dalla MotoGp alla Formula Uno. Chi vince quest’anno? Eh siamo molto lì con il nuovo regolamento, chi indovina è un fenomeno. Leclerc e Verstappen domenica ci hanno fatto divertire, una roba incredibile».
Sei anche uno che tiene molto al proprio look.
«Son sempre stato un ragazzo pulitissimo fin quando non sono andato via di casa. Mi piace spesso cambiare, non mi piace rimanere troppo nella routine, ma solo nei capelli. Uno dei cambiamenti fu dopo Cittadella, perchè poi c’era il derby col Cosenza. Mi sono detto di dover dare una sterzata (ride, ndr) e ho fatto il moicano».
In chiusura: il compagno che più ti ha impressionato a livello calcistico e quello con cui hai il miglior rapporto a livello umano.
«A livello calcistico, senza dubbio, Jeremy (Menez, ndr). Chiunque non dica così, vuole chiudere gli occhi. Per talento lui. Sono legato molto con Crisetig, Di Chiara, Bellomo, Loiacono, German Denis. Noi della C, quelli che sono rimasti, siamo molto uniti, ma anche con Adriano (Montalto) e Michael (Folorunsho), che è tornato, c’è un grande rapporto. Ne ho tanti, siamo un bel gruppo».
Adesso chiudiamo davvero. Prima però raccontaci l’obiettivo di questo finale di stagione e qual è il sogno nel cassetto di Nicolò Bianchi.
«Ti dico la verità: dobbiamo ragionare come abbiamo fatto finora. Serve pensare di partita in partita. Ormai la Reggina è salva, ci manca solo la matematica. Cercheremo di far più punti possibile, poi chi vivrà vedrà. Il sogno sarebbe, visto che mi sono guadagnato la B sul campo e la gioco da due anni, di vincere un campionato cadetto. È ovvio che non sono cose semplici, io sono uno realista. Per me, però, è già stato un sogno fare questi due anni in Serie B, ho avuto la fortuna di venire qui e vincere e poi ricevere ulteriore fiducia dalla Reggina».