L'esterno amaranto si è raccontato ai microfoni di LaC News24: dalle due stagioni in riva allo Stretto al fututo passando per il sogno chiamato Serie A
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Gianluca Di Chiara è stato, senza dubbio, l'uomo in più della Reggina 2021/2022. Sempre costante nel rendimento, quasi ogni domenica ben oltre la sufficienza. Una stagione molto importante per il laterale amaranto che, contro il Lecce, ha toccato la presenza numero 69 con il club dello Stretto. Un gettone che ha reso la maglia della Reggina la più vestita in carriera dal giocatore di Palermo: «Sono venuto qui con tante ambizioni e voglia di giocare - ha spiegato Di Chiara in esclusiva ai microfoni del nostro network - fortunatamente sono riuscito a farlo. Aver fatto tante presenze è un onore, è un dato che rimane tale, ma che fa grande piacere».
Un'annata da incorniciare, forse la migliore della tua carriera?
«Sono d'accordo, forse è proprio la migliore. Ho avuto tanta continuità, giocando sono riuscito a trovare anche in me stesso una consapevolezza in più. Evidentemente è l'anno in cui la crescita e lo sviluppo come persona e come calciatore mi ha fatto arrivare a un determinato livello. Mi sento sicuro, tranquillo, cerco di dare una mano ai miei compagni e di farmi aiutare da loro. E questo mi fa solo che piacere».
È troppo tardi per tornare e imporsi in Serie A?
«Ho sempre sognato di giocarci, l'ho assaggiata, non l'ho vissuta in un momento in cui le cose andavano benissimo. Non ti nego che è un sogno che vorrei si avverasse, ce la sto mettendo. Spero che ci sia l'occasione, non dipende solo da me, ma io provo a fare il massimo. Il sogno c'è sempre, sarebbe veramente bellissimo: non sono vecchio, ne giovane, ma forse nel pieno della mia maturità»
Un fattore importante della tua maturazione, forse, risiede della duttilità che hai dimostrato. Come quando ti sei adattato a fare il terzo di difesa con ottimi risultati.
«Diciamo che mi è sempre stato criticato il fatto di non saper difendere in maniera eccezionale. Il terzo di difesa l'avevo fatto in qualche partita con De Zerbi a Benevento. Non lo facevo da quattro anni ma quando mister Stellone me l'ha chiesto, ho cercato di adattarmi e mi sono trovato molto bene. È un ruolo molto moderno, oggi i braccetti spingono, sono dinamiche un po' diverse, a volte mi sento di essere un terzino, ruolo che è sempre stato mio».
Dunque, in campo, a livello di ruolo, ti trovi bene. E, invece, per quanto riguarda Reggio come ambiente?
«A livello di tifo Reggio non ha nulla da invidiare a nessuno. La gente vive di calcio, il pubblico ci è vicino. Il calore della gente dà una passione incredibile, si sente e si vede»
Cos'è mancato nei due mesi di blackout che vi hanno precluso, di fatto, la possibilità di lottare per i playoff?
«Capita in una stagione qualche partita in cui non funzionano determinate cose. Siamo stati sempre un bel gruppo, poi però sono i tre punti a determinare la tranquillità. Eravamo entrati in un vortice, il periodo negativo è stato lungo e non è stato facile riprendere. Le cose si potevano complicare davvero, siamo stati bravi a ripartire perchè non era facile».
In ogni momento ci hai messo la faccia, sia in quelli positivi che negativi.
«A prescindere dal calcio, mi cerco di rendere disponibile. Mi piace essere presente, è una cosa che ho sempre fatto. Son contento che sia passato questo messaggio, ci tengo veramente e ho dato il massimo e spero che possa continuare così».
Dal momento più brutto a quello più bello: qual è il tuo in amaranto?
«Ho vissuto questi due anni al 100%, il gol con il Pordenone al Granillo è stata una bella soddisfazione, così come la vittoria con il Parma. Mi piace tutto di Reggio, sono contento di aver fatto questa scelta».
Il tuo prestito biennale dal Perugia scadrà a giugno: Reggina-Como sarà la tua ultima partita da giocatore amaranto al Granillo?
«Da parte mia c'è tutta la disponibilità e la voglia di rimanere. Giustamente però le cose bisogna farle in due, sperando che si trovi un accordo. Tornerò a Perugia, vedremo se la Reggina avrà voglia di continuare con me, io darò disponibilità al 100%»
Facendo un passo indietro, guardando alla tua carriera: il giocatore più forte contro cui hai giocato?
«Douglas Costa. Senza dubbio, a livelli che ti faceva disperare (ride, ndr)»
E il più forte che hai avuto come compagno?
«Miccoli. A livello di qualità dico lui: l'ho avuto a Palermo e poi ci ho giocato a Lecce».
Fuori dal campo: la tua più grande passione?
«Il mio cagnolino, è una passione che non finisce più. Poi la Formula Uno, sono appassionato all'ennesima potenza. Stavo pensando di andare ad Abu Dhabi a novembre, visto che ci saranno i mondiali e saremo fermi. E poi la PlayStation».
E di Reggio? Il posto che preferisci?
«Senza dubbio il lungomare. È una cosa spettacolare, quando fai una passeggiata lì vedi la Sicilia. Non la fai dalle altre parti»
Chiusura: sogno nel cassetto?
«Come detto, giocare in Serie A. Con la Reggina. Se si potessero fare immediatamente queste due cose, sarebbe ideale»