C'è un orologio che ticchetta: da giorni si attendono segnali, che però non arrivano. C'è bisogno di liquidità per garantire l'iscrizione, pensando poi, dopo il 22 giugno, a quello che sarà il futuro
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La Reggina a caccia di futuro. La situazione in cui è precipitato il club amaranto è complessa. Diversi giorni sono passati dall'arresto di Luca Gallo, senza che ancora si sia mosso, in maniera sostanziale, qualcosa. Nella scorsa settimana è arrivata a Reggio Calabria Katiuscia Perna, amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Roma nell'ambito dell'inchiesta legata alla galassia Gallo.
Cessione del club
Sin da subito è apparso evidente come la migliore soluzione per assicurare un futuro alla Reggina fosse la cessione del club, facilitata dal fatto che la società amaranto non è posta sotto sequestro. Un'uscita di emergenza da attuare in tempi brevi: fino ad oggi così non è stato. Tante chiacchiere, tanti voci: una ricorrente in particolare, legata a fondi d'investimento attraversati da presunto interesse per il sodalizio dello Stretto.
Nessun dato di fatto
In molti casi simili a quello che oggi sta vivendo Reggio Calabria tutte queste voci non fanno che male, distraendo dal reale obiettivo che oggi si dovrebbe perseguire: salvare la Reggina. Si parla tantissimo, si fa obiettivamente poco, con la tirannide di tempistiche che non lasciano grandi spazi di manovra. Chiaro, comprendiamo le tempistiche necessarie ad ottemperare tutte le verifiche legate alla rendicontazione - peraltro complessa - di una società calcistica. Va detto, però, che la situazione è più o meno chiarita già da quale giorno e di passi avanti, concreti, non ne sono stati fatti.
I fondi son desideri
Con un orologio che ticchetta, allora, servirebbe darsi una mossa. Per evitare le solite, spiacevoli, situazioni che ormai si vedono e si rivedono intorno a club in difficoltà: l'esperienza del Catania, sedotto e abbandonato al patibolo, deve fare scuola. Chi è realmente interessato a salvare la situazione non attende, non chiacchiera, ma agisce: basti pensare, paradossalmente, allo stesso Luca Gallo, nel dicembre del 2018. Le cifre oggi sono decuplicate rispetto ad allora ma andare a pescare il (fondo) salvatore della patria oggi appare utopistico. Maria Cristina Brancucci cantava "I sogni son desideri", la speranza è che i fondi non lo diventino: alla Reggina serve concretezza, in tempi immediati. L'esempio di Nick Scali insegni. Forse, allora, meglio sarebbe cercare di tutelare la B attraverso vie diverse: imprenditori, locali e regionali, che possano concretamente far fluire liquidità decisamente non ipotetica per garantire l'iscrizione, pensando poi, dopo il 22 giugno, a quello che sarà il futuro.