La squadra di Inzaghi ha perso con Parma e Perugia ma non deve accartocciarsi sulle difficoltà, evitando di replicare un copione visto l'anno scorso
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Momento delicato per la Reggina di Pippo Inzaghi. Non tanto per la quarta posizione in classifica, risultato egregio viste le premesse con cui ci si era affacciati al campionato. Le ultime due sconfitte ricevute da Ménez e soci, tuttavia, rischiano di scaricare fin troppo squadra e ambiente, un po’ come successo l’anno scorso, successivamente alla ben nota partita con la Cremonese.
Questa e quella Reggina sono due compagini profondamente diverse, in contesti molto diversi. E se l’anno scorso la rimonta subita dai grigiorossi aveva scatenato uno psicodramma sportivo da sette sconfitte nei successivi otto incontri, quest’anno non si può rischiare di ritornare in un tunnel tanto negativo. Principalmente perchè non c’è nemmeno, come detto, paragone fra contesti e progetti tecnici.
Mancanze
Alla Reggina, contro Parma e Perugia, sono mancate due cose: cinismo sotto porta e Lorenzo Crisetig. La prima evidenza viene rimarcata grazie ai meri numeri: gli amaranto hanno tirato tantissimo nelle ultime due partite, anche grazie a una buona produzione offensiva. Occasioni non sporadiche quindi, ma ragionate e prodotte col gioco. È mancata la finalizzazione, la lucidità negli ultimi attimi delle azioni. Sicuramente inficia una condizione fisica che evidentemente non è quella delle primissime gare, ma magari anche il peso mentale di un primato difeso fino a due giornate fa. Senza contare che, oggi, gli avversari ti studiano e ti aspettano molto di più.
In aggiunta a questo, come detto, è mancato il centrocampista ex Frosinone. La sua assenza, decisa da Inzaghi per scelta tecnica, ha dato spazio a Hernani. Il brasiliano ha fatto intravedere buone cose ma a questa Reggina serve troppo un frangiflutti come Crisetig. Majer, che pure bene ha fatto da play, ha doti spiccatamente più offensive, lo stesso Fabbian preferisce attaccare più che difendere. Il terzetto Majer, Fabbian, Hernani potrà pure andar bene contro squadre meno quotate - vedi Cosenza - ma quando il livello si alza serve l’equilibrio e la sagacia tattica difensiva data dalla presenza di Crisetig in campo.
Cambiamenti
Difficilmente, a nostro avviso, il numero 8 farà panchina a Cagliari, così come non sorprenderebbe vedere in campo sempre per più tempo Gabriele Gori. Certo, non immaginiamo una Reggina senza Jeremy Ménez, imprescindibile e da difendere anche quando non incide, come col Perugia. Ma dar peso e centimetri all’attacco, specie in quella che sarà una trasferta tostissima come quella dell’Unipol Domus, non sembra una cattiva idea.
Quel che va evitato, come da titolo, è lo psicodramma: mantenere l’equilibrio, anche tattico, è fondamentale. La stagione è iniziata bene e ci sono tutte le premesse per farla restare sul binario dell’entusiasmo. Spetterà a Inzaghi il compito di tenere saldissimi i nervi e le dinamiche tecnico-tattiche.