È il centravanti voluto dal Capo Vaticano per volare in alto e le risposte avute sul campo confermano la bontà della scelta e il valore di un calciatore in vetta alla classifica dei bomber, sia pure in coabitazione. Diego Surace è il re dei bomber del girone B di Promozione, assieme a Barolo del Melicucco e a Jaiteh della Saint Michel. È arrivato la scorsa estate con tanti buoni propositi, per affrontare la prima esperienza fra i Dilettanti in Calabria. Omonimo e parente del tecnico, il centravanti venuto dal nord, ma di origini calabresi, è stato fra i protagonisti in occasione della vittoria del Capo Vaticano nel derby vibonese con il San Nicola da Crissa. Una squadra, quella ricadese, che si trova in seconda posizione, a -1 dalla vetta, e che può guardare lontano.

«Pensiamo un passo alla volta – esordisce il centravanti Diego Surace – e poi vediamo dove poter arrivare. Intanto ci godiamo quella bella vittoria nel derby contro una squadra di rango, costruita per stare lì in alto. Abbiamo offerto una grande prestazioni e vinto con merito».

Dopo le esperienze al Nord Italia, ecco il ritorno in Calabria: «Sono sceso qui per problemi personali e sono rimasto per la mia famiglia. Ho inteso anche onorare il ricordo di mio padre che non c’è più e ho sposato questo bel progetto sperando di continuare a far bene e meglio». Gli affetti più cari e i compagni di squadra sono nei pensieri di Diego Surace: «Dedico questa vittoria alla mia famiglia e alla squadra, che mi ha accolto benissimo, tanto che sono sempre al campo e mi fa piacere allenarmi e giocare con tutti i ragazzi. Abbiamo formato un bel gruppo e sono contento così. Ed è nel gruppo che risiede proprio la nostra forza».

Nove reti in campionato per Diego Surace, che fra l’altro non tira i calci di rigore, altrimenti sarebbe in vetta da solo alla classifica dei goleador. E allora non rimane che chiudere l’anno in bellezza: «Adesso speriamo di arrivare domenica in doppia cifra». Domenica, appunto, per il Capo Vaticano ultima gara dell’anno, in casa, contro la Pro Pellaro.