Presentato ufficialmente ieri il Val Gallico sullo splendido lungomare gallicese davanti a un'importante cornice di pubblico che ha dimostrato tutto il calore e l'attaccamento verso questa squadra e, soprattutto, verso questo nuovo progetto nato dalla fusione tra il Gallico Catona e il Val Gallico. A seguito della serata è stato il direttore sportivo Enzo Verduci a parlare delle sensazioni e del lavoro svolto fin qui.

Verduci: «Sensazioni positive»

Come detto, una serata ricca di entusiasmo e passione sportiva quella avvenuta sul lungomare di Gallico, rimasta impressa anche al direttore Enzo Verduci: «E' stata una bellissima serata e io, pur essendo della zona, ho partecipato per la prima volta a questo evento, e devo dire che è stata una sorpresa vedere cosi tanta gente. Sono contento soprattutto per i ragazzi perché hanno avuto davanti a loro una cornice degna della società che io attualmente rappresento. Sicuramente le sensazioni sono positive, anche perché ero convinto che dopo la bella esperienza al Capo Vaticano, era necessaria una società in grado di darmi la possibilità di continuare sulla scia dello scorso anno, ma non perdendo gli stimoli di cui avevo bisogno».

La rosa figlia di un meticoloso lavoro di selezione

Tutto pronto dunque per vedere all'opera il nuovo Val Gallico, o quasi. Già perché il grosso del lavoro sul mercato è stato fatto, ma il club sicuramente non chiude d la porta definitivamente la porta alla corrente campagna estiva, come afferma lo stesso Verduci: «Il mercato è chiuso solo virtualmente perché, nonostante il grosso del lavoro, abbiamo comunque cercato di accontentare tutte le richieste. questo però non ci vieta di rimanere vigili su ciò che il mercato potrebbe presentare». Un lavoro estenuante e meticoloso e per questo motivo encomiabile, quello fatto dal nuovo ds. Già perché la scrematura non è stata semplice dal momento che ha dovuto assemblare gli organici di Gallico Catona e Val Gallico in un unica rosa, senza dimenticare i nuovi arrivati che lo hanno poi completato: «Ci siamo trovati a dover valutare due organici, uno di Promozione e uno di una Prima Categoria fatta bene. Inutile dire che gli elementi validi erano molteplici, ma la scelta della società è dovuta a diverse circostanze che si sono presentate. Degli iniziali 50/60 giocatori dovevamo formare una rosa composta da 25/26 giocatori, dunque una selezione di certo non facile. Nella costruzione della squadra, poi, ha inciso molto il fatto orario-allenamenti poiché molto spesso è stato un discriminante dal momento che abbiamo perso molti giocatori importanti che non potevano allenarsi negli orari definiti».