Il Cetraro football club ha deciso di lasciare il campionato dilettantistico per mandare un messaggio forte e chiaro: senza defibrillatori in campo non si gioca, perché la vita è sacra.

Un addio già annunciato una decina di giorni fa, quando i biancocelesti avevano affrontato il match con il Diamante. Nonostante avessero fatto notare la mancanza di un defibrillatore e del personale incaricato all'utilizzo, il giudice di gara aveva comunque dato inizio alla partita, che alla fine si era svolta regolarmente. Ma al rientro negli spogliatoi, i dirigenti avevano detto: «Al prossimo episodio simile, incroceremo le braccia».


L'occasione si è ripresentata qualche giorno fa e la società non solo ha mantenuto la parola data, incrociando le braccia, ma ha direttamente ritirato la squadra dalla competizione per denunciare una situazione che sarebbe abbastanza generalizzata e che starebbe mettendo in pericolo le vite dei giovanissimi atleti.

I fatti

Quanto è successo lo racconta un documento a firma di Carmela De Morelli, presidente del Cetraro Football Club, inviato sia al presidente del comitato Figc Calabria, sia alla Procura della Repubblica di Paola.

Lo scorso 20 ottobre si è disputata la partita tra il Cetraro e Mirto Crosia valida per il campionato di prima categoria, girone A, a Scalea. La dirigenza del Cetraro ha chiesto all'arbitro di verificare che ci fosse il defibrillatore, che fosse acceso e che ci fosse il tecnico addetto all'eventuale utilizzo, ma secondo la De morelli l'arbitro si sarebbe fidato delle rassicurazioni giunte da bordo campo e avrebbe quindi fischiato il calcio di inizio. Le lamentele e le continue proteste hanno però fatto sì che al 20' del primo tempo l'arbitro si recasse presso una delle due panchine per constatare con i propri occhi la presenza del defibrillatore, senza tuttavia verificarne le condizioni.

«Tanto premesso - si legge nell'esposto - si comunica l'irrevocabile ritiro dell'Associazione Cetraro Football Club dalla disputa del campionato di prima categoria calabrese».

La morte di Francesco Iapicca

Francesco Iapicca, 40 anni, di Rende, è solo l'ultimo di una lunga lista di persone che muore durante una partita di calcio. A lui è successo ieri sera, in un campetto poco distante da casa, dopo essersi accasciato al suolo senza mai più riprendere conoscenza, fino al decesso. I medici che lo hanno soccorso hanno parlato di un infarto fulminante che non gli ha lasciato scampo, nonostante per lui i soccorsi siano stati immediati proprio grazie all'utilizzo del defibrillatore in dotazione alla struttura sportiva.

La sua morte, però, ricorda che episodi del genere succedono ancora troppo spesso e che i defibrillatori in campo sono una regola che non deve essere infranta, per nessuna ragione. Chi gioca una partita sottopone il suo fisico a uno sforzo che il cuore a volte non regge, forse perché si è affetti da patologie di cui non si è a conoscenza e che si manifestano solo durante l'attività fisica.

La reazione della politica

Il primo a schierarsi a favore della battaglia è stato il consigliere regionale Giuseppe Aieta, che nelle scorse ore ha fatto sapere che nei prossimi giorni presenterà «una mozione in Consiglio Regionale per impegnare il Presidente della Giunta, Mario Oliverio, affinché, attraverso il suo autorevole intervento, tale obbligo sia rispettato. Tra l’altro, Oliverio è stato promotore, in qualità di Presidente della Provincia di Cosenza, di una campagna di diffusione della pratica del primo soccorso, dotando di defibrillatori tutti i Comuni della Provincia». Chiederà inoltre un incontro alla Presidente De Morelli per attivare ogni iniziativa utile a sostegno della sua battaglia.


Al fianco della società biancoceleste anche il sindaco di Cetraro, Angelo Aita: «Apprezzo e faccio mia la battaglia che la Presidente del Cetraro Football Club, Carmen De Morelli, conduce per affermare la cultura della sicurezza sanitaria sui campi di calcio attraverso la presenza obbligatoria dei defibrillatori, così come sancito dalla legge - ha dichiarato il primo cittadino. Saremo al suo fianco affinché questa azione di civiltà possa avere i risultati sperati. Sentirò il Presidente regionale della lega calcio per trovare insieme le soluzioni capaci di risolvere quanto previsto dalle normative e dal buon senso».