Ad osservarlo in panchina mentre assiste all’allenamento dei compagni dà subito l’idea di un uomo che ha voglia di sapersi mettere in gioco. Allo Stadio Sant’Antonio di Isola Capo Rizzuto c’è Molla Wague seduto con i più piccoli delle giovanili. Manca ancora un’ora circa prima della presentazione ufficiale di uno degli acquisti più importanti della storia, non solo dell’Isola Capo Rizzuto ma dell’intero panorama dilettantistico calabrese.

C’è infatti un ragazzone classe 1991, quindi non certo una cariatide, che arriva a decidere di rimettersi in gioco, dopo un anno di inattività, nella Eccellenza calabrese dopo la Serie A (e qualche B) di mezza Europa.
Pure con le idee chiare: «Se vuoi lavorare duro per un obbiettivo, il Paese giusto è l’Italia; in Eccellenza così come in qualsiasi categoria – specifica il difensore piede destro – non c’è una nazione paragonabile per attenzione al lavoro fisico, tattico e tecnico».

D’altronde sin da giovanissimo, ha sempre cercato e voluto fare scelte ragionate, come quando, dopo l’esperienza in nazionale francese Under-19, sceglie di giocare per la nazionale maliana con cui vince la finale per il terzo posto nella Coppa d'Africa 2013, disputatasi in Sudafrica.

Molla Wague arriva ad Udine nel 2014, passa dalla Liga e gioca col Granada, dal Caen. In bianconero colleziona 42 presenze (con 2 reti) e poi va in prestito al Leicester City  e al Watford, al Nottingham Forest, al Nantes per finire in Belgio tra serie A e B con il Seraing.

Degli anni in Friuli rammenta la gioia del goal su cross di Di Natale al Torino e la serietà nel prendere impegni: «Non sono venuto in vacanza o per un contratto – puntualizza subito – sto lavorando duro per tornare ad essere utile all’allenatore e, soprattutto, ai miei compagni di squadra, a partire dai giovani».
Il presidente Enrico Comito e l’esperto allenatore Gregorace viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda: «Se Molla fosse una infrastruttura – ci racconta il Presidente – sarebbe il Ponte sullo Stretto; ha una umanità ed umiltà che sono doti solo dei grandi professionisti e noi, anche grazie a lui, siamo all’anno zero con l’idea di costruire, tramite i tanti giovani presi, un futuro solido e di prospettiva».
Mister Gregorace è felice del lavoro fatto sul mercato, ma soprattutto dell’atteggiamento della piazza: «Diciotto nuovi calciatori dicono che siamo indietro rispetto ad altre piazze – non facendo mancare l’ambizione – ma anche la voglia di metterci al più presto nelle condizioni di potercela giocare contro chiunque».