Due volti, due velocità diverse: dopo un mese e mezzo di stagione, Reggina e Viola tracciano i primi bilanci. Quello amaranto è agrodolce, con i recenti rallentamenti che hanno già complicato una stagione partita con pessimi auspici. La partenza in ritardo, la costruzione dell'organico in pochi giorni e la presenza della corazzata Trapani nel girone imponeva alla squadra dello Stretto un miracolo sportivo, dopo i disastri estivi.

Crocevia amaranto

L'abbiamo detto un mese e mezzo fa e lo ribadiamo adesso: la LFA, qualora dovesse tornare in C a fine stagione, avrebbe fatto un'impresa senza eguali, per contesto, situazione di partenza e potenzialità. I rallentamenti, tuttavia, continuano:contro il Ragusa è arrivato l'ennesimo pari che distanzia ulteriormente dalle avversarie, rendendo la sfida contro il Trapani un dentro o fuori praticamente già decisivo.

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I siciliani, capolista del girone I, hanno 9 punti di vantaggio, considerando la Reggina a 18 per via del 3-0 a tavolino contro il Città di Sant'Agata. Questo significa che, in caso di sconfitta, Barillà e compagni piomberebbero a -12, di fatto salutando anticipatamente qualsiasi possibile velleità di promozione.

Le scusanti del caso, come abbiamo sottolineato settimana scorsa, ci sono e ci stanno, ma è anche vero che la prova di Ragusa è stata davvero scialba, in un contesto che, francamente, neanche nei dilettanti si vede tutti i giorni. Reggio deve scappar via prima possibile da questo guado in cui qualcuno, tristemente, l'ha fatta finire.

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La Viola è tornata a sorridere

Chi, invece, sorride è la Viola, il cui primo pezzo di annata non può che essere considerato molto positivo. La banda Cigarini continua a giocare un'ottima pallacanestro ed è seconda in B2, dopo il successo di Milazzo. Chiaro, sia per la struttura del campionato che per il livello dello stesso è evidente che non ci si avvicini minimamente ai successi che il blasone imporrebbe, però sono dei passi avanti in un progetto di rilancio che appare ben equilibrato e ricco di speranze.

La città sta iniziando anche a dar seguito a questo gruppo, rinfrancato in estate a livello societario, e chissà che non possa scoppiare nuovamente l'amore per i colori nerarancio.

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Del resto, come più volte sottolineato in questi ultimi due anni, Reggio ha bisogno e vive di sport, a partire da Reggina e Viola, potenze sociali che non hanno pari dalle parti dello Stretto. Serve tanto lavoro, i fasti di un tempo siano motivo d'orgoglio e stimolo: oggi la realtà parla di Serie D e B2, livelli ben lontani dall'epoca dorata. La speranza è che, oggi più che mai, queste ripartenze possano ricondurre di nuovo al vertice.