LAMEZIA TERME (CZ) – “Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”. Cantava così Francesco De Gregori nella “Leva Calcistica del ‘68”. Un ritornello, divenuto, con il passare degli anni, abbastanza di moda a Lamezia Terme, quartier generale della Vigor. In questo fazzoletto di terra calabrese, si è abbattuta un vera e propria maledizione.  Condanna, scomunica, anatema, il risultato non cambia. E non è cambiato, negli anni neppure il finale, dagli undici metri, pur mutando i giocatori. E’ stato Matteo Mancosu ad inaugurare il festival degli errori dal dischetto. Una “iattura” incollata, anche sulle spalle di De Luca e Zampaglione nelle stagioni successive.

 

I rigori sbagliati sono tantissimi, se ci fosse un record del mondo sui penalty falliti, la Vigor avrebbe di sicuro il primato. Lo ha capito, a sue spese, anche Stefano Del Sante un cecchino di solito da quella distanza. Lui che di gol, in questa stagione ne ha messi già dentro già 6, compreso quello inutile nella trasferta di Benevento, ha fallito il colpo del possibile 1-1 contro i sanniti facendosi imbambolare da Pane. Negli spogliatoi gli avranno raccontato della maledizione dei rigori falliti e con una pacca sulla spalla gli avranno accennato “non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”.