Il tecnico, ex calciatore degli amaranto, ha partecipato all’ultima puntata di 11 in campo, e nel corso della trasmissione non ha fatto mancare un suo pensiero verso la società dello Stretto: «Esperienza bella e irripetibile»
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Tra gli ospiti di “11 in campo”, la trasmissione di LaC Tv, condotta da Maurizio Insardà, c’è stato anche Davide Possanzini, attuale allenatore del Mantova e vecchia conoscenza della Reggina: «Devo dire che il bilancio è positivo ed è in linea con gli obiettivi prefissati – ha affermato il tecnico in merito all’andamento del Mantova dopo 23 giornate di campionato – . Questo è un percorso iniziato un anno e mezzo fa con giocatori che non avevano mai giocato in Serie C e, adesso, giocano tutti in Serie B. Da tempo il Mantova era fuori dal giro e dunque ci siamo prefissati di riportarlo ad alti livelli. Questo è un campionato che questo club non faceva da anni, ma tutto sommato sono contento e siamo in linea con l'andamento».
L’allenatore non ha fatto mancare il suo punto di vista sul Catanzaro: «Sicuramente è una squadra forte e merita di stare lì in alto per quanto fatto negli anni. Ha lavorato bene e ha fato due anni meravigliosi con Vivarini, in seguito hanno cercato un allenatore che potesse proseguire su quella traccia, proponendo gioco. Anche la rosa è ben assortita, poi è ovvio che Iemmello è l'attaccante più pericoloso».
Nelle ultime ore di mercato era sobbalzata anche la voce di un presunto interessamento del Mantova per l'attaccante del Cosenza, Tommaso Fumagalli, ma non è andato oltre la semplice informazione come affermato dallo stesso tecnico: «Di Fumagalli era uscito il nome, ma c'era stata solo una chiacchierata che è rimasta tale. Sapevamo quello che ci serviva e la nostra volontà è sempre stata quella di portare il gruppo squadra fino alla fine. Lo stesso gruppo che ha lavorato in questi anni e in cui crediamo fortemente».
Momento amarcord per Possanzini, che non dimentica la sua esperienza alla Reggina: «Parlare di Reggio Calabria suscita in me un emozione particolare, perché è stata davvero una storia bella e irripetibile. È una storia che porto nel cuore e che mi ha dato la possibilità di crescere sia come calciatore che come uomo».