Il tecnico rossoblù: «Dopo una prima fase di incertezza, i ragazzi hanno preso in mano la partita»
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La Vibonese ritrova la vittoria in campionato dopo le tre sconfitte (l'ultima settimana scorsa) nelle ultime quattro uscite di campionato. Nella quindicesima giornata del campionato di Serie D (Girone I), la formazione rossoblù torna da Agrigento con tre punti pesantissimi battendo a domicilio il fanalino di coda Akragas e riagguantando il secondo posto, seppur in coabitazione con reggina, Sambiase e Scafatese. Più di questo, si riduce la forbice dal primo poso che ora è distante quattro punti. All'orizzonte, domenica prossima allo stadio Luigi Razza, il big match contro la capolista Siracusa. Quanto alla partita, succede tutto a inizio ripresa con i gol di Milazzo e Terranova esattamente al terzo e al quinto minuto. Possono recriminare i padroni di casa dal momento che, nel primo tempo e sullo 0-0, sbagliano un calcio di rigore con Meola che manda la sfera sul palo.
Le parole di Facciolo
A fine gara, nella consueta conferenza stampa, si è espresso mister Facciolo: «Dopo una prima fase di incertezza, i ragazzi hanno preso in mano la partita, comandando il gioco con pazienza e per come avevamo preparato la gara. Sapevamo che l'Akragas avrebbe messo in campo questo atteggiamento, e poi è una squadra difficile da affrontare poiché concede pochi spazi anche se, sul finire del primo tempo, abbiamo avuto un paio di occasioni per passare in vantaggio. Nella ripresa, poi, dopo i due gol abbiamo avuto anche un paio di ripartenze pericolose dove però dovevamo essere più cinici. Sono comunque soddisfatto perché abbiamo fatto la nostra partita su un terreno non in ottime condizioni e sotto una pioggia fastidiosa». Inevitabile il discorso vetta: «Noi, a differenza di chi sta davanti, non abbiamo la pressione di vincere il campionato. Ovvio che quando sei lì viene la voglia di rimanerci e stuzzicare un po' chi sta davanti. Contro la Reggina eravamo primi e abbiamo fatto la peggior partita della stagione, noi dobbiamo avere la testa libera e cercare di mettere in difficoltà quelle pretendenti ai vertici che hanno un organico importante».