Nove punti contro le prime e la soddisfazione di vincere gare “sporche”. Il tecnico rossoblù: «La pressione la subisce chi deve vincere». E lo stadio è lo spettacolo nello spettacolo. La terna arbitrale ne combina di tutti i colori
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La formazione della Rossanese che ha battuto il Praia Tortora
La vittoria della Rossanese su uno spigoloso Praia Tortora è un piccolo capolavoro. I bizantini sono costretti a dover fare i conti con un avversario che la butta sulla provocazione – Lentini docet – e con una terna arbitrale non certo all’altezza della situazione.
Un esempio su tutti: ad un certo punto della gara il fischietto Giovanni Idone della sezione di Reggio Calabria decreta un calcio di punizione a favore dei tirrenici proprio davanti alla panchina della Rossanese. Nel frattempo in area di rigore si sgomita e – come al solito – Lentini si accapiglia questa volta con capitan Carrozza. Finiranno entrambi a fare la doccia mentre l’arbitro – arbitrariamente – decide di decretare la punizione non più dai 40 metri iniziali ma dal limite dell’area, tra lo sbigottimento di tutti, anche di Garcia che attendeva la ripresa del gioco da quel punto, poco oltre la metà campo.
Sarà, sta di fatto che allo Stefano Rizzo quest’anno – ma è un habitué atavico – se ne stanno vedendo di tutti i colori, come il “muro” di fuorigioco sistematici sanciti dal primo collaboratore di Idone, Domenico Moschella, sempre della sezione di Reggio, che poi si infortunerà, lasciando concludere la gara al solo arbitro. Il comitato regionale dell’Aia dovrebbe iniziare ad avviare tutta una serie di verifiche se la qualità delle terne arbitrali è quella che stanno sciorinando quest’anno.
Il lampo nel buio
In tutto questo marasma, ad ogni modo, il lampo nella pioggia imbastito dall’inedito “tridente” De Luca-Riconosciuto-Bongiorno che confeziona il gol vittoria: il pipelet di casa rinvia lungo coi piedi pescando a pochi metri dall’area ospite Riconosciuto che controlla al volo, salta il primo e poi il secondo avversario e calibra un cross a rientrare in area per la testa di Bongiorno: 1-0 e tutti a casa con una Rossanese momentaneamente al secondo posto in classifica, a tre punti dalla Vigor Lamezia, ma con una gara in meno – a dire il vero un solo tempo – dopo i due rinvii per maltempo di Brancaleone.
«Contro il Praia Tortora una partita a scacchi»
Nella mixed zone, Luca Aloisi è raggiante per aver vinto una gara sporca, anche se un po’ risentito perché «forse – dice il giovane tecnico della Rossanese – la partita si sarebbe potuta gestire meglio con qualche cartellino in più nel primo tempo». L’allenatore bizantino non ama parlare degli arbitraggi ed è l’unica battuta che li lascia sfuggire a denti stretti.
In compenso però è felice dei nove punti ottenuti contro la seconda, la terza e la quinta in classifica, Reggio Ravagnese, Gioiese e Praia Tortora ed ammette candidamente che la Vigor ha «qualcosa in più».
«Contro il Praia Tortora è stata una partita a scacchi – commenta Aloisi nel dopo gara – mossa su mossa. Abbiamo concesso loro solo un mezzo tiro in porta sugli sviluppi di un corner ed atteso l’episodio chiave, la giocata individuale. Avevo intuito che a sinistra si poteva fare e così è stato con Riconosciuto. Loro hanno pensato solo a mettere uomo su uomo».
«Dove possiamo arrivare? Non ci poniamo limiti, la pressione la subisce chi deve vincere»
«La classifica veritiera – aggiunge il tecnico rossoblù – potrebbe essere quella attuale, pur considerando che tutte le altre giocheranno oggi. A noi manca mezza partita a Brancaleone, vediamo cosa accadrà. Certo, la Vigor ha qualcosa in più delle altre ma la stagione è ancora tutta da giocare, anche perché noi abbiamo già chiuso il ciclo terribile contro tutte le grandi, ci manca solo l’Isola Capo Rizzuto. C’è grande entusiasmo, è inutile negarlo, e le tre vittorie consecutive contro Reggio Ravagnese, Gioiese e Praia testimoniano che la sconfitta contro la Vigor è stata un incidente di percorso. Noi abbiamo sostanzialmente dato, adesso toccheranno alle altre gli scontri diretti».
«Dove possiamo arrivare? Dipende da noi, siamo ambiziosi, è vero, ma non ci prefissiamo dei limiti, Come accennato i biancoverdi sono superiori. Noi però abbiamo costruito una squadra che guarda al futuro, giovanissima, con enormi margini di miglioramento e che può guardare ai vertici nei prossimi anni. Certo è, però, che la pressione la subisce chi deve vincere».
Lo Stefano Rizzo come la “Bombonera”
A queste latitudini del pallone nostrano è difficile godersi uno stadio come lo “Stefano Rizzo” ed una piazza calcistica – quella di Rossano – che non solo non ha nulla a che vedere con l’Eccellenza, ma che sta rinascendo dalle ceneri dopo anni bui e nefasti.
«Consentitemi una divagazione sullo stadio – conclude Luca Aolisi –. Quella tifoseria, tutta quella gente di sabato e con la pioggia: sono stati loro lo spettacolo».
Insomma, con le ovvie e dovute proporzioni, pur paragonate all’Eccellenza calabrese, Rossano è un po’ come il quartiere Boca di Buenos Aires e lo “Stefano Rizzo” come la “Bombonera”.