L'analisi dettagliata del cammino della formazione dello Stretto, condizionato da un cammino completamente opposto fra prima e seconda parte del girone di andata e ritorno
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«Prima o poi bisogna incontrarle tutte». Questa è la frase canonica, il cliché più abituale, nel giorno in cui, verso fine luglio, vengono stilati i calendari sportivi. Di base una teoria anche comprensibile, veritiera. Nel caso della Reggina 2021/22 un po' meno. Basti guardare al rendimento della formazione amaranto, un'altalena che, però, sembra ripetersi con identica frequenza nel tempo.
Prime dodici giornate
Monza, Ternana, Crotone, SPAL, Pordenone, Frosinone, Pisa, Vicenza, Parma, Perugia, Cittadella, Cosenza. Questo è il primo troncone stagionale amaranto, le prime dodici gare sorteggiate dal cervellone che stila i calendari. Un filotto che la Reggina sia nel girone di andata che in quello di ritorno ha affrontato con buoni, ottimi risultati: 22 punti da agosto a novembre, 21 fra febbraio e inizio aprile.
I due tronconi che abbiamo esaminato partono da Reggina-Monza fino a Cosenza-Reggina e da Reggina-Crotone a Cremonese-Reggina. Un cammino tutto sommato coerente che, nel girone di andata, si è spezzato con l'arrivo delle sfide contro Cremonese, Ascoli, Benevento, Lecce, Brescia. In buona sostanza, cinque delle prime sette della classifica di Serie B più Como e Alessandria.
Limiti?
Se nel girone di andata sembrava assurdo che una squadra che aveva anche toccato la vetta della classifica si stesse accartocciando su se stessa, nel ritorno questo sembra aver meno peso. La situazione di classifica è tranquilla, la salvezza è raggiunta e, di conseguenza, c'è quasi meno attenzione nell'analizzare quanto sta succedendo. Eppure, alla Reggina di Stellone sembra essere accaduta la stessa cosa successa alla Reggina di Aglietti: incontrare avversari semplicemente più forti di lei.
Perché se è vero che con Lecce e Brescia si deve giocare, è anche vero che Benevento e Ascoli fra andata e ritorno hanno regolato gli amaranto con due aggregate pesanti: 7-0 (4-0 più 0-3) i giallorossi, 4-1 i bianconeri (1-2 e 2-0). Un passivo complessivo di 11 reti, a fronte dell'unica marcatura, peraltro su rigore, della Reggina.
Chiave di lettura
La buona sostanza è che spesso in questa stagione, forse, si è sopravvalutata la Reggina. La si poneva fra le grandi del campionato e la si è esaltata quando sfiorava la vetta. Lo si è fatto anche su queste colonne, prima che i valori tecnici reali venissero fuori. Aldilà dei nomi altisonanti, la realtà è che la versione 2021/22 degli amaranto valga esattamente la quattordicesima posizione occupata da Crisetig e compagni, a prescindere della guida tecnica targata Aglietti, Toscano o Stellone.
Ben lontano da chi lotta per non retrocedere, ben lontano anche da chi si combatte le prime otto posizioni, obiettivo di inizio anno della dirigenza. La media matematica quasi perfetta fra il quarto/quinto posto della fase di campionato in cui si sono affrontate le squadre alla portata e l'ultima casella di quando a fronteggiare gli amaranto sono state le big della B.
La teoria dell'altalena
Il calendario, dunque, mai come quest'anno (e crediamo anche raramente per qualunque squadra) ha inciso nell'economia del valutare la stagione della Reggina. Le ha posto davanti compagini alla portata nella prima fase del calendario (la prima dozzina di partite), mettendole sul cammino in serie poi tutte le più forti del torneo. E gli amaranto hanno e stanno rispettando, quasi scientificamente, tale logica, come dimostrano i due ko con Benevento e Ascoli.Una sorta di altalena che, visto il finale di stagione, non promette molto di buono per i tifosi amaranto che, pur senza obiettivi di classifica, vorrebbero vedere sempre onorata quella maglia. Perdere, specialmente male, non piace a nessuno. Farlo senza gol men che meno e la Reggina, come all'andata, su azione non segna da Parma. Era il 5 marzo, quasi un mese e mezzo fa.
La speranza, insomma, è che il cammino terribile del finale di girone di andata non si riproponga, anche perchè il Lecce che arriverà al Granillo a Pasquetta appare decisamente minaccioso.