«Un ambiente sano, una famiglia, un luogo in cui lavorare con serenità», così Alberto Criaco descrive la realtà dell’ADP Brancaleone. Alla sua quinta stagione sulla panchina rossoblù il tecnico ha sapientemente accompagnato la squadra dal campionato di Promozione all’Eccellenza, dove lo scorso anno ha raggiunto, da matricola, il terzo posto, registrando il miglior piazzamento nella storia del club. 

«Per me che vivo anche qua, che ho la moglie di Brancaleone e i bambini, è stata un’emozione particolare quella di riuscire a fare un playoff - racconta Criaco - . Negli ultimi anni abbiamo battuto diversi record: lo scorso anno il terzo posto, quello prima abbiamo vinto il campionato di Promozione con 72 punti e il miglior attacco. Insomma, da tifoso del Brancaleone è davvero qualcosa di emozionante e speciale».

«Abnegazione, corsa, senso d’appartenenza» sono queste le caratteristiche che per Alberto Criaco non possono mancare tra i suoi calciatori, in un’idea di calcio votato all’attacco ma che riesce a mantenere la solidità difensiva. Non a caso la retroguardia del Brancaleone è - a meno di dieci giornate dalla fine - la terza meno battuta del campionato. Una squadra che gioca a viso aperto contro ogni avversaria e che anche quest’anno, nonostante l’obiettivo dichiarato sia la salvezza, si trova nei piani alti della classica.

«Salvare nuovamente il Brancaleone vorrebbe dire tanto - spiega ancora Criaco - sarebbe un altro piccolo record perché negli anni passati la squadra, al secondo anno in Eccellenza, è sempre retrocessa. Quindi per me e per i giocatori sarebbe davvero importante già mantenere la categoria in un piccolo paese come quello di Brancaleone». 

Criaco prima del Brancaleone ha allenato con successo anche la Bovalinese, riuscendo a centrare due promozioni consecutive, dalla Prima Categoria all’Eccellenza: «Ancora oggi quando incontro qualche tifoso di Bovalino sento l’affetto che hanno nei miei confronti ed è gratificante, è una società storica e sono contento di aver lasciato un bel ricordo». 

«Sogni nel cassetto? Ne ho tanti. Sicuramente su tutti quello di potersi confrontare un giorno con categorie superiori; è normale, anche i miei calciatori vorrebbero questo per loro. Ma se non dovesse succedere non cambierebbe nulla, perché tutto ciò che ho fatto assieme ai ragazzi che ho allenato resterà per sempre».