Vitalità e nutrita partecipazione al convegno “La forza negli sport oggi, contributi e spunti di riflessioni dalla Fipe” tenutosi nella sede  SRdS Calabria, inorgogliscono il direttore Scientifico della Scuola regionale dello Sport Calabria, Mimmo Albino. Nel vedere, infatti, tra i partecipanti una folta rappresentanza femminile il professor  Albino può ritenersi soddisfatto dell’attecchimento del messaggio iniziale del C.R. Coni Calabria, ovvero alimentare costantemente quella voglia di migliorarsi, aggiornandosi e formandosi, senza mai arrestare un processo in fieri. Anche il presidente C. R. Coni Calabria, Maurizio Condipodero ritorna sull’importanza dell’aggiornamento, affermando che il messaggio lanciato dal C.R. Coni Calabria di un ritorno allo sport, a quello sport positivo, ricco di valori, virtuoso dalle conclusioni virtuosi, avventura da vivere in relazione con gli altri è stato fortemente recepito dal contesto calabrese, anche in questa occasione numeroso e voglioso di intraprendere un percorso di crescita culturale sportiva.

Alle parole di apertura seguono quelle di Antonio Urso, Presidente Nazionale Fipe, che sottolineano le importanti differenze tra ieri e oggi; un processo organizzativo complesso, fortemente burocratizzato, ricco di figure professionali nuove che si scontra con un passato delle invenzioni. Un paradigma, quello dello Sport, strutturato con al vertice l’organizzazione, oculatamente attenta alle novità, prontamente viva nel rispondere alle nuove esigenze. Il convegno entra nel vivo con le parole del Presidente Urso il quale sottolinea che per molti anni si è creduto a teorie scientificamente mal dimostrate, senza distinguere tra deduzione e scienza, in particolar modo sulla questione del sovraccarico dei giovani in età prepuberale.

Antonio Urso continua focalizzando la propria attenzione sullo sviluppo della forza come risultato dell’allenamento programmato per i giovani e le teorie connesse alla diminuzione della frequenza e della gravità degli infortuni. Sottolinea inoltre che una serie di risposte provengono dalle neuroscienze, sempre più determinanti per comprendere specificatamente quei processi dalle fondamenta scientifiche messi in discussione. Da 3 a 6 anni non c’è nulla in termini di programmazione sportiva in nessun contesto tra asilo e scuola; una storia motoria che non può prescindere da una parentesi così importante sulla quale si dovrebbe lavorare anche in termini cognitivi per specializzare un numero sempre più elevato di neuroni e interconnessioni, rappresentanti la parte funzionale.

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Pretendendo i campioni olimpici del domani si dovrebbe quindi concentrare il lavoro sugli stimoli che assolutamente non dovrebbero essere riduzionistici ma più complessi possibile. La gestione moderna dell’attività giovanile è stato l’argomento centrale trattato da Francesco Riccardo, Psicologo, Psicoterapeuta e Tutor squadre nazionali Fipe. Uno sport che non sempre svolge un ruolo educativo e che dovrebbe mettersi al passo con la scienza, tenendo conto dell’importanza dei neuroni specchio applicati all’attività sportiva per quel processo legato allo sviluppo cognitivo. Questi gli argomenti principali del convegno che hanno motivato, ancora una volta, i partecipanti a riflettere sul ruolo che quotidianamente svolgono nello sport.