«Sono contento per la Fiorentina. L’arrivo di capitali americani potrà farla uscire dal tunnel in cui era finita da anni. Ai Della Valle mancava la passione necessaria per occuparsi di una squadra di calcio, hanno avuto tutto gratis quando l’hanno presa e non hanno vinto neanche un titolo. Dicevano che non valeva niente e invece a quanto pare, all’estero interessa. A questo punto, meglio così». Vittorio Cecchi Gori, dal ’93 al 2002 patron della Fiorentina, ricca esperienza calcistica conclusa con un fallimento e molto sviscerata nel docufilm autobiografico “Cecchi Gori” che verrà presentato a giugno, commenta all'Agi la notizia dell’accordo e dell’imminente firma per la vendita della squadra viola al multimiliardario americano di origini calabresi Rocco Commisso, proprietario dei Cosmos e a capo del colosso dei servizi via cavo Mediacom. «Non conosco Commisso, ma avevo capito da amici americani che qualcosa stava bollendo in pentola. Sono convinto che gli Usa siano l’optimum per Firenze, città internazionale». Ai tempi della sua Fiorentina, quando gli Usa erano un riferimento per il suo business cinematografico, Cecchi Gori racconta di aver pensato di coinvolgere nella squadra viola dei soci americani: «Ma non ne ebbi il tempo, e adesso invece il momento è perfetto, il calcio ormai si sta sempre più internazionalizzando. Se il gruppo di Commisso è solido come sembra e si farà consigliare bene da persone oneste, credo che la Fiorentina potrà risorgere». La persona più indicata? «Giancarlo Antognoni, dovrebbero assolutamente valorizzarlo. Ma se Commisso mi chiama qualche consiglio posso darglielo anche io».

 

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