Reggio Calabria spera di tornare presto a parlare solo di calcio. L'arrivo di Trocini sulla panchina della Lfa, la fenice amaranto è il primo fatto prettamente calcistico che possiamo raccontare da Südtirol-Reggina, playoff di Serie B disputato a fine maggio scorso.

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Sembrano passate alcune ere geologiche ma parliamo solo di tre mesi e mezzo fa e ovviamente è successo tutto quello che è successo nel frattempo, con il salto devastante in Serie D e una lunga serie di polemiche che la città, a quanto pare, non accenna a voler spegnere.

In larga parte molti vogliono, però, tornare a parlare di calcio e l'annuncio di Bruno Trocini ne dà la possibilità. L'allenatore si presenta in riva allo Stretto dopo aver più volte battuto la Reggina nelle sue precedenti esperienze in panchina, avendo rappresentato una vera e propria bestia nera per gli amaranto. Le ultime annate, tuttavia, non sono state semplici, su tutte la parentesi all'Andria dell'anno scorso.

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Trocini, modulo e mercato

Trocini porterà a Reggio il suo 3-5-2, modulo caro al calcio amaranto. La società del Presidente Minniti, a oggi, non ha ancora ufficializzato alcun giocatore, sebbene le voci in città non manchino. Gira, sui social, anche una lista di giocatori che potrebbero essere graditi e alcuni sono stati contattati: i nomi sono caldi quelli di Sarao, Barillà, Salandria e Provazza, ma le trattative impazzano e i primi annunci sono vicini.

Occorre, comunque, accelerare: il rinvio ufficiale delle gare contro Acireale e Lamezia (saranno recuperate a ottobre) pone il 24 settembre come data d'inizio del campionato per la LFA Reggio Calabria, con la trasferta a San Luca. Al netto di un ulteriore spostamento, a cui la società ionica ha peraltro aperto.

Solidarietà da Brescia

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Nel frattempo, da Brescia, arriva la solidarietà dei tifosi lombardi per l'epilogo delle vicende della Reggina 1914. Il tifo organizzato biancoblu ha rilasciato un messaggio: «Dopo uno spareggio tanto devastante quanto inutile (almeno ai fini della categoria e della “nostra” presidenza) che ha dimostrato tutti i limiti sportivi e umani della “nostra” società, e ha messo in rilievo i paradossi di un sistema politico/poliziesco basato unicamente sulla repressione. Dopo un’estate -ancora una volta- imbarazzante per il calcio italiano e per i suoi tifosi (quelli naturalmente che credono ancora nei valori fondanti di questo sport, e nei risultati ottenuti sul campo, non nei tribunali!). Dopo che -per la seconda volta nella nostra storia- alla fine siamo stati ripescati ai danni di un’altra tifoseria, che avrebbe meritato quantomeno un po’ più di rispetto, sia da parte del proprio presidente, sia da parte degli altri tifosi italiani (ricordiamoci sempre che la vita è una ruota, e che i nostri rivali non sono necessariamente anche i nostri nemici; quello che è successo ai tifosi reggini è già toccato a molti, e potrebbe toccare a tutti, prima o poi)».