L’Associazione Sportiva Dilettantistica “Casa Circondariale di Paola Calcio a 5” indossa una divisa bianco azzurra e parteciperà regolarmente alla manifestazione
Tutti gli articoli di Sport
PHOTO
Si trovano in carcere perché stanno pagando i propri conti con la giustizia o sono in attesa di verdetto, ma hanno un nome, una storia una identità che li tiene aggrappati alla speranza di una nuova vita, speranza che oggi passa anche dal calcio.
Sono i detenuti del carcere di Paola, da oggi coinvolti in un nuovo incoraggiante percorso. «La Casa Circondariale di Paola guidata dal Direttore Caterina Arrotta, nella Stagione Sportiva 2018/2019, con una propria squadra di detenuti, parteciperà al Campionato Federale di Calcio a 5 di Serie D, Girone “A” promosso dalla Delegazione Provinciale di Cosenza della Lega Nazionale Dilettanti della Federazione Italiana Giuoco Calcio». A darne annuncio è il consigliere nazionale del partito dei Radicali, Emilio Quintieri, direttamente dal suo blog.
Una competizione colma di speranza
Una società civile considera il carcere come luogo di riabilitazione e ripudia un inferno come quello che ha portato alla luce dalla storia del giovane Stefano Cucchi.
Il carcere di Paola, in questo senso, è da sempre un centro all'avanguardia, poiché grazie ai numerosi progetti di reinserimento sociale prepara i propri ospiti a un nuovo ingresso in società, allontanando come può lo spettro di un possibile ritorno in cella.
Lo fa attraverso il lavoro, attraverso spettacoli teatrali e tante altre forme d'arte, perché la dignità appartiene a qualunque essere umano, in qualunque condizione. Lo sport, all'interno del penitenziario paolano, è uno degli strumenti riabilitativi prediletti e pertanto è praticato con costanza e giusta dedizione.
Per questo la direttrice della struttura ha compiuto una sorta di vero e proprio miracolo, ossia, mettere in piedi una squadra di detenuti ed iscriverla regolarmente a un campionato di calcio della Figc, seppur con le dovute limitazioni.
Le regole ferree del campionato
«Per quanto riguarda le gare, sia in casa che fuori casa, con l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Casa Circondariale di Paola Calcio a 5” i cui colori sociali sono il “bianco azzurro”, si disputeranno tutte al sabato con inizio alle ore 14,30 presso il Campo Sportivo dell’Istituto Penitenziario - spiega Quintieri dal suo blog -. L’ingresso delle squadre dovrà avvenire presso il Carcere di Paola alle ore 13,30 (ingresso obbligatorio per tutti). Gli ospiti dovranno trasmettere preventivamente alla Delegazione Provinciale della Lega Nazionale Dilettanti di Cosenza l’elenco dei calciatori e dei dirigenti che parteciperanno alla stessa entro e non oltre il lunedì precedente l’incontro».
Ed inoltre: «La Casa Circondariale di Paola, considerata la finalità sociale del progetto, parteciperà con la propria squadra al torneo di calcio con diritto di classifica ma senza possibilità di partecipare alla fase finale per la vittoria del campionato e/o per la partecipazione ai play off».
I "primi calci"
La gara che ha visto impegnati i detenuti del carcere di Paola, dopo una prima giornata di riposo, ha avuto inizio oggi alle ore 14,30 e ha visto contrapposti i ragazzi dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Montagna Cosenza 2012.
L'evento, pur avendo suscitato molta curiosità, si è svolto prevedibilmente a porte chiuse e in assenza di fotografi o giornalisti, dal momento che il campetto di calcetto si trova all'interno della struttura carceraria, nella quale è categoricamente vietata l'entrata ai non addetti ai lavori.
La soddisfazione di Quintieri
Emilio Enzo Quintieri, che è anche candidato Garante Regionale dei Diritti dei Detenuti della Calabria, si è detto chiaramente felice per la lodevole iniziativa e coglie l'occasione per lanciare un suggerimento alle istituzioni: «L'iniziativa può essere estesa, senza problemi, anche agli altri istituti penitenziari della Provincia di Cosenza».
Ed infine: «Complimenti al Direttore, ai Funzionari Giuridico Pedagogici, al personale di Polizia Penitenziaria e a chiunque altro abbia promosso il progetto, senz’altro utile per il trattamento rieducativo e per il reinserimento sociale dei detenuti».