Il candidato a presidente dell’Aiac Calabria precisa: «Volevo un incontro per confrontare i programmi, qualora l’altra parte ne abbia. E invece solo scorrettezze da chi è mosso dalla vecchia gestione»
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In vista dell’imminente elezione del presidente regionale Aiac Calabria, proseguono le schermaglie fra i due candidati. Il primo ad esternare è Alessandro Vinci, il quale spiega subito di aver chiesto un confronto pubblico con Mesiti, che è l’altro tecnico in corsa per la carica di presidente «per dare, a tutti gli allenatori, la possibilità di conoscere i candidati e comprenderne i programmi, ma dall’altra parte purtroppo è arrivata una chiusura che dimostra la totale assenza di programmi oltre che di confronto».
Vinci aggiunge di aver «aspettato invano che il candidato Mesiti accettasse il confronto pubblico per far sì che la verità sulle nostre candidature e altre evidenti, molto scomode verità, venissero ascoltate, ma è evidente che i suoi mentori, riconducibili alla recente gestione Aiac Calabria, gli hanno consigliato di evitare tale confronto. Comprendo che far ascoltare ai colleghi allenatori, far vedere loro scomodi documenti, sarebbe stato sconveniente e pericoloso. Quali argomenti a discolpa avrebbe potuto portare? Sono venuto a conoscenza del comportamento avuto in questi giorni da Mesiti che, pur di convincere alcuni dei nostri delegati, ha utilizzato espedienti e false promesse. Questo dimostra che, purtroppo, nella nostra regione manca il rispetto e soprattutto la voglia di cambiare. Di consentire che la Calabria possa incidere sia a livello regionale che nazionale».
Quindi aggiunge: «Ho letto, riportato erroneamente da alcune testate, che ci sarebbe un consenso totale sul nome di Mesiti. E questo non è vero. A dimostrazione che c’è una Calabria che vuole, attraverso un percorso leale, costruttivo e di massimo impegno cambiare le cose». Detto ciò «siamo nell’imminenza del voto elettorale e mi preme ringraziare lo splendido gruppo di cui faccio parte e denominato “Fare per Cambiare”. I delegati, consiglieri, presidenti e i vari candidati. Persone vere, oneste e dagli alti valori morali. E ringrazio anche tutti i tantissimi allenatori, direttori sportivi, procuratrici, procuratori e i componenti di tante regioni italiane che sperano ancora in uno scatto di orgoglio per far sì che si possa attuare quel cambiamento che la Calabria ha dimostrato di volere».
Nel concludere il suo intervento, Alessandro Vinci spiega che «l’Aiac non è una poltrona da conquistare, ma è una ricchezza da sfruttare. Noi a differenza di altri potremo camminare a testa alta senza mai abbassare lo sguardo. Comunque vada, sarà mia premura mostrare i documenti in mio possesso così da comprendere chi e come ha gestito l’Aiac e chi e come rischierà di gestirla in futuro. Lo farò per correttezza verso chi, in questi mesi, ha cercato strenuamente di ridare all’Assoallenatori una credibilità che altri hanno compromesso».