Bisogna ritornare un attimo a tre stagioni fa, quando l'Ardore iniziò a mettere i primi mattoncini della sua esponenziale crescita: la costruzione dello stadio, il campionato di Prima Categoria, il piazzamento nei playoff e la conseguente vittoria che permise alle Aquile di approdare nel campionato di Promozione dove, con l'etichetta di neopromossa, mise a referto un ottimo secondo posto dietro solo alla corazzata Vigor Lamezia. Infine il culmine della gioia nella scorsa stagione, con gli amaranto del presidente Minniti che riescono a vincere il campionato. Adesso la sfida nel massimo campionato regionale e con ambizioni sicuramente importanti, come dimostra la scelta di mister Alberto Criaco in panchina. Una sinergia di intenti e di idee fra tecnico e società e la programmazione di un mercato mirato, come dimostra la rivoluzione interna.

«Dare seguito a quanto fatto nell'ultimo quinquennio»

Una rosa cambiata quasi totalmente dunque, ma è lo stesso tecnico ex Brancaleone che esprime le sue considerazioni sia su questa nuova personale sfida che sulle scelte di organico: «Innanzitutto devo ringraziare il presidente Eugenio Minniti poiché ha voluto puntare forte su di me, basti pensare che a distanza di solo 15 giorni dalla chiusura del campionato ha fatto di tutto per portarmi ad Ardore. Ho trovato un presidente vulcanico e con una voglia smisurata di fare bene per il proprio club. Abbiamo costruito una buona squadra in poco tempo, adesso bisogna solo metterci mano e allenarla secondo quelle che sono le mie idee di gioco e di modulo. Quanto al mercato si è seguita e si sta seguendo una linea precisa per dare seguito a quanto fatto da me negli ultimi 4/5 anni. Siamo in dirittura d'arrivo per l'ingaggio dell'attaccante Figliomeni, in più arriveranno un portiere, un centrocampista e un attaccante tutti di livello e tutti provenienti dal Sudamerica». Un Ardore che cambierà faccia come detto, figlio di un mercato impostato in una certa maniera: «18 su 22 sono giocatori nuovi e quindi deve esserci il tempo per trovare la quadra. Una rivoluzione interna voluta anche da me, in sinergia con la società, perché ho deciso di puntare su giocatori determinati ma soprattutto che conosco. Secondo me possiamo divertirci come ho fatto a Bovalino dove, a mio avviso, ho fatto anche meglio di quanto fatto a Brancaleone. Mi sono costruito da solo e nessuno mi ha regalato niente».

Ad Ardore come a Bovalino

Insomma le basi per fare bene ci sono, con l'Ardore che non farà di certo il ruolo di comparsa nella prossima Serie A regionale: «Abbiamo le carte in regola per fare bene, ma l'importante è avere pazienza. Ricordo la mia partenza a Bovalino dove le condizioni erano pessime e si rischiava addirittura la Seconda Categoria. Poi però abbiamo fatto un miracolo in Prima Categoria, siamo stati promossi in Promozione e, successivamente, siamo arrivati sesti in Eccellenza nonostante tutti ci dessero per spacciati. Se chi mi sta intorno ha pazienza, potremo toglierci belle soddisfazioni». Ecco infine le favorite del tecnico: «La Vigor Lamezia parte un gradino sopra le altre. Nella griglia playoff vedo Paolana, Soriano, PraiaTortora e Bocale. Potrebbero essere queste le prime cinque della classifica».