Una storia che si ripete. Il figlio che vince il campionato di Eccellenza, sotto gli occhi del padre. A distanza di 29 anni un altro componente della famiglia Spanò ha portato la Gioiese in Serie D. Questa volta l’impresa è riuscita a Domenico, per tutti Nico, mentre nel 1994 era stata la volta di Mario. Giocava in casa, Nico Spanò, e proprio per questo doveva dare di più. è entrato fin da subito nel cuore dei tifosi della Gioiese, con i quali si è creato un legame solido e sincero. Il progetto viola diretto a valorizzare il prodotto locale, ha regalato alla piazza di Gioia Tauro un magico triplete, successivo alla promozione in Eccellenza. Due anni d’oro e tanti protagonisti, fra i quali spicca, senza alcun dubbio, Nico Spanò, tornato a casa per vincere e in due stagioni ha regalato tanti gol ai sostenitori di fede viola, accompagnati da prestazioni di grande cuore, carattere, determinazione.

Un combattente, insomma, proprio come lo è stato suo padre Mario, che di ruolo, però, faceva il centrocampista e correva per tre. Ma il dna vincente appartiene alla famiglia Spanò e così, a distanza di 29 anni, il figlio ha ripercorso le orme del padre, il quale da fuori ha potuto notare, con emozione e soddisfazione, come si sia tramandato nel tempo quello spirito vincente che appartiene ai campioni. In questo caso, campioni dentro e fuori dal campo, perché anche Nico Spanò si è fatto apprezzare soprattutto per gli alti valori morali che accompagnano la sua persona.

I gol contano e sono importanti, ma vanno e vengono. I valori, invece, rimangono, e quelli caratterizzano da sempre la famiglia Spanò. Per Nico un triplete da ricordare e così la storia della Gioiese, a distanza di 29 anni, si arricchisce di un altro capitolo. Ha dato tutto quel che poteva dare, finendo la stagione in doppia cifra, e la gente di fede viola ha puntualmente apprezzato il centravanti fatto in casa, tornato a Gioia per riportare la squadra in Serie D. Missione compiuta.