Antonella Granata, calabrese, di Rende è la prima donna designata ai vertici di una delle 44 federazioni del Comitato olimpico italiano. La Granata, consulente del lavoro, è stata eletta presidente della Federazione italiana squash e per lo sport italiano è un evento storico. Grazie al “piccolo” squash, che può contare su 8mila tesserati, si apre, infatti, una breccia nel muro di maschilismo dello sport tricolore

Le prime parole dopo l'elezione

«Mi avete assegnato un incarico di grande responsabilità, ne sono onorata - ha dichiarato la Granata rivolgendosi all’assemblea - ricambierò la fiducia impegnandomi al massimo, senza risparmiarmi, cercando di dare attenzione a tutte le società sportive». La neopresidente ha un rapporto con lo squash che viene da lontano: «Vengo dalle basi di questo sport – ha spiegato – ho iniziato accompagnando mia figlia alle gare, ho proseguito come volontaria a livello locale e poi nazionale». Essere la prima donna ai vertici di una delle federazioni del comitato olimpico è anche un motivo di orgoglio: «È una bella soddisfazione essere la prima presidente donna ma anche un grande onore ed un bel segnale per tutto lo sport italiano».

Presente e futuro dello squash

«l nostro mondo vanta tra gli 8.000 e i 9.000 tesserati, siamo presenti in ogni regione d’Italia anche se non c’è una capillarità omogenea. Lo squash in Italia è particolarmente praticato in Emilia Romagna ma anche in Calabria, Lombardia e Toscana ci sono dei buoni movimenti - ha aggiunto Granata, che traccia anche le linee per il post pandemia - con l’emergenza covid siamo riusciti a salvare i campionati di vertice ma l’attività di base sta subendo un lungo stop che rischia di demotivare i ragazzi. Punteremo molto sugli impianti federali per non lasciare la gestione solo ai privati, che perseguono ovviamente obiettivi economici»