VIDEO | Domenica scorsa nella sfida di Coppa Italia in casa dell'Altomonte la formazione sibaritide ha schierato dal primo minuto nove argentini, un ivoriano e un uruguaiano. Giuseppe Azzolino: «Stranieri più rispettosi delle regole»
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In un mondo sempre più globalizzato, sono oramai tanti i casi di calciatori stranieri, o di doppia nazionalità, che militano nei campionati dilettantistici. Negli ultimi anni, le società locali pescano fuori dai confini nazionali soprattutto per una carenza di giovani atleti italiani che si avvicinano a quello che fino a poco tempo fa era considerato lo sport più bello del mondo. Carenza di strutture, stili di vita e abitudini diverse rispetto al passato stanno influendo tra i giovani che decidono di non avvicinarsi al calcio.
Ma tra gli elementi che influiscono nella scelta di pescare all'estero c'è, paradossalmente, anche una maggiore convenienza economica per i club: gli atleti stranieri, infatti, il più delle volte hanno pretese minori rispetto ai calciatori italiani, nell'ottica di avere comunque l'opportunità di calcare i campi di calcio italiani, nel tentativo di scalare i campionati partendo dal basso. Le ambizioni, dunque, prendono il sopravvento sul denaro. È altresì ovvio che tutto ciò va ad influire negativamente sul calcio tricolore che, come con effetto domino si ripercuote sulla competitività degli atleti italiani, sempre meno utilizzati dalle squadre di club. In un mix di motivazioni e contraddizioni si vanno quindi a formare le squadre di calcio che rappresentano lo specchio della nuova Italia multicolore.
Nei due massimi campionati di calcio calabresi è folta soprattutto la colonia di sudamericani, molti dei quali dal doppio passaporto. Molti di questi atleti sono "oriundi", spesso italo-argentini. Talenti che arrivano sui nostri campi nella speranza di sfondare nel calcio europeo. Non mancano neppure i casi di "accoglienza", in modo particolare di giovani arrivati in Italia dal continente africano che si ritrovano a scendere sul rettangolo verde per coltivare la loro passione, inseguendo un sogno e una rivincita personale.
Nel calcio dilettantistico calabrese emblematica è la partita di Coppa Italia Dilettanti tra l'Altomonte e il Cassano Sybaris, che si è giocata domenica scorsa. L'intero undici iniziale della formazione sibaritide era infatti di nazionalità straniera. Mister Giuseppe Bruno ha mandato in campo nove italo-argentini, un uruguaiano (il capitano De Olivera) e un ivoriano. Argentino è anche il preparatore atletico Laureano Daniel Aquilino Sonaglia. E per un attimo quando c'è lui in campo il piccolo paesino di Altomonte non c'è più: Sonaglia incita i ragazzi in lingua argentina (VIDEO SOTTO) e, tra fatica e sorrisi, si è catapultati in un'atmosfera da sfida internazionale.
Da due anni a questa parte la nostra società ha deciso di puntare maggiormente sugli stranieri, in modo particolare argentini - dice il presidente del Cassano Sybaris Giuseppe Azzolino -. E ovvio che non abbiamo nulla contro gli italiani, ci mancherebbe - afferma - ma dobbiamo essere obiettivi e fare mea culpa dicendo che tanti giovani calciatori italiani non rispettano le regole del calcio, preferendo magari la movida al sacrificio anche la sera prima delle partite. Accade anche nella nostra rosa».
Non sono mancate le critiche alla scelta intrapresa dalla società bianco azzurra di puntare maggiormente sui giocatori stranieri. Ma il presidente Azzolino va dritto per la sua strada: «Sono contento e soddisfatto di questa scelta e dei miei ragazzi - dice -, così come sono felice del fatto che questi ragazzi sono stati accolti come figli dalla comunità cassanese. Tutto ciò vuole essere anche una grande lezione soprattutto agli italiani. Io sono italiano, però nel calcio come nella vita ci sono delle regole e le regole vanno sempre e comunque rispettate. I miei atleti stranieri finora lo stanno facendo e da loro devono prendere esempio tutti».