VIDEO | La permanenza in Serie D della formazione giallorossa passa anche attraverso le prestazioni del talentuoso centrocampista argentino: «Ciò che desidero è salvare la squadra, per la gente, per i compagni, per il paese»
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A San Luca ha fatto innamorare i tifosi sin da subito, impossibile non restare affascinati da chi, col pallone, ha un rapporto speciale e in campo gli dà del tu, come fa Axel Romero. Di nazionalità argentina e oramai calabrese d’adozione il classe 1995 è cresciuto nel settore giovanile del River Plate, dove ha fatto sfoggio prestissimo della sua tecnica innata, dopo qualche esperienza in patria sia apre la possibilità del calcio italiano e arriva in Calabria, al San Luca, squadra che contribuisce a portare rapidamente dalla Promozione alla serie D vincendo, con la fascia da capitano al braccio, anche la Coppa Italia Dilettanti contro la Morrone nella stagione 2019/2020.
Dopo quattro stagioni trionfali col San Luca, Romero veste nelle successive due stagioni la maglia del Locri sotto la guida di Renato Mancini, con il quale lo scorso anno in amaranto è stato tra i protagonisti del secondo posto in serie D alle spalle del Catania. La stagione in corso, invece, ha visto non solo il ritorno a San Luca del talento argentino, ma anche l’arrivo in giallorosso di mister Mancini, che ha riacceso la speranza in una squadra alle prese con una salvezza complicata nel massimo campionato dilettantistico.
«L’arrivo di Mancini penso sia stata una cosa molto positiva a livello mentale, ci ha dato sicuramente una spinta in più - spiega il talento argentino -. Per me è stato anche importante perché mi ha trovato una posizione in campo in cui esprimo al meglio il mio calcio. Nasco come esterno d’attacco e con lui ho cominciato a giocare a centrocampo. Mi ci trovo bene perché sono un giocatore che corre tanto ma che pensa anche molto in campo, quindi riesco a dare di più. Poi col mister ho un bel rapporto anche fuori dal campo, credo possa dire lo stesso anche lui. È un grande professionista, ovunque va vuole fare bene».
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Così, nel suo nuovo ruolo da mezzala nel 4-3-3 di Mancini e nuovamente a casa, Axel guarda al presente con le idee chiare e con un solo obiettivo, perché prima di parlare di futuro c’è una categoria da difendere: «Quando sono arrivato qui dall’Argentina sono stato accolto come un figlio e per me il rapporto con le persone è molto importante. Poi ho incontrato qui mia moglie e da poco abbiamo avuto una bambina, quindi sono davvero a casa. Ciò che desidero adesso è salvare la squadra. Per me è molto importante, per l’affetto che ho per il paese, per la squadra e per la gente. Quindi prima voglio salvare il San Luca poi, in futuro, si vedrà».