Nel calcio si sa contano i numeri. Puoi giocare bene e perdere, giocare male e vincere, alla fine della giostra è l'aritmetica a far sorridere o piangere. Già, aritmetica, mai parola così di moda a Crotone, terra dei rossoblu dei Vrenna, Gualtieri, Ursino e Juric. Teatro di Budimir (fresco di rinnovo per altri tre anni, praticamente blindato) Ricci, Martella e Palladino. Calcolatrice alla mano, il club pitagorico si è dato alla teoria più antica della matematica. Quella che studia le proprietà elementari delle operazioni sui numeri, specialmente i numeri interi. Così scrive "Wikipedia". Definizione complessa di operazioni, a dire il vero, abbastanza semplici.

 

 Nove le partite al termine del torneo. Ventisette i punti in palio. Anche dandoli tutti, e sarebbe comunque una follia, alle più dirette concorrenti Cesena, Novara e Bari (che così chiuderebbero il campionato ad 80 punti) la serie A resterebbe in Calabria.

 

Ecco perché: al Crotone infatti basterebbe raggiungere la stessa quota per finire comunque davanti alle pretendenti al salto di categoria, sfruttando la classifica avulsa. Per farlo sarà sufficiente inanellare tredici punti. Obiettivo che il club pitagorico potrebbe tranquillamente festeggiare con quattro giornate d'anticipo se dovesse centrare nelle prossime cinque partite, quattro vittorie ed un pari. I rossoblu potrebbero serenamente stappare lo champagne anche con tre successi e tre "X" nelle prossime sei gare. Perderne addirittura anche due, vincendone tre e pareggiandone quattro da qui alla fine. 

 

Insomma non serve il pallottoliere. E forse neanche più la calcolatrice e l'aritmetica. Al Crotone basterà realizzare tredici punti per festeggiare la serie A. Alle altre servirà un miracolo.