Domenica la sfida qualificazione contro i campioni in carica del Bocale. Il tecnico gialloblù: «Un onore affrontarli»
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Non ci poteva essere esordio migliore per il Melito che, nel suo match inaugurale di Coppa Italia, travolge clamorosamente la Pro Pellaro per 7-0 in una gara senza particolari patemi e interamente controllata. I gialloblù di mister Cormaci non hanno lasciato manovra agli avversari, dimostrando già notevoli progressi nonostante la squadra nuova e il mercato svolto.
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Melito in formato campionato
Ha solo parole d'elogio mister Cormaci per i suoi ragazzi, e non poteva essere altrimenti: «Non potevamo fare miglior esordio, anche perché questa vittoria convincente è avvenuta contro una squadra del nostro stesso girone, ma non dobbiamo montarci la testa. Abbiamo giocato bene anche dopo aver fatto il terzo, il quarto e il quinto gol ed era proprio quello che avevo chiesto ai ragazzi. Ovviamente il caldo ha inciso, facendo calare un po' i ritmi, ma nel complesso non abbiamo rischiato nulla».
Un plauso anche ai volti nuovi: «Purtroppo un altro ragazzo di Calabria è andato via al Nord – continua il tecnico – ed è il nostro portiere Latella ma chi lo ha sostituito, ovvero Falduto, si è fatto trovare pronto, perché in quelle poche occasioni che ti arrivano sei attento vuol dire che ci sei anche con la testa. Bene anche i nuovi come Nelson, Vasquez, Tripodi e Corso perché oggi ha funzionato tutto».
Domenica il match qualificazione
Adesso l'appuntamento è a domenica prossima quando il Melito affronterà il Bocale, campione in carica, nel match che regalerà a una delle due la qualificazione: «Innanzitutto – afferma il tecnico – affronteremo il Bocale che la squadra detentrice della Coppa Italia e per noi non può che essere un onore misurarci con essa. Sicuramente ci saranno tanti curiosi che verranno a vedere se riusciremo a ripeterci. Costruire in pochi giorni una squadra non è facile e il merito è soprattutto del direttore Melchionna, perché posso assicurare che non è facile assemblare una rosa. Se si prendono cinque giocatori bravi e uno mediocre, si parlerà solo di quello mediocre. Purtroppo è molto difficile fare calcio nel proprio paese».